di Marzia Ferrario (1), Anna Sponton (2)
(1) Infermiera Unità Operativa Cardiologia Interventistica - IRCCS Centro Cardiologico Monzino, Milano
(2) Assistente SITRA - IRCCS Centro Cardiologico Monzino, Milano
(1) Infermiera Unità Operativa Cardiologia Interventistica - IRCCS Centro Cardiologico Monzino, Milano
(2) Assistente SITRA - IRCCS Centro Cardiologico Monzino, Milano
Introduzione
Tutto ciò che fino ad oggi l’infermiere ha acquisito e conquistato in termini di autonomia, competenza e responsabilità è frutto di un’evoluzione normativa e formativa, che ha continuamente ridefinito il ruolo dell’infermiere per adeguarlo ai cambiamenti del contesto sociale, culturale, scientifico, etico e politico/economico.
Nel processo di assistenza, l’infermiere è l’attore che
identifica i bisogni del paziente, pianifica, interviene e prende tutte le
decisioni necessarie a garantire le migliori prestazioni assistenziali. La
responsabilità professionale viene valutata sulla base di come l’infermiere
persegue questo suo ruolo: se il suo comportamento è conforme alle norme
giuridiche, ai regolamenti interni, al contesto organizzativo; se utilizza in
modo adeguato le competenze e le abilità acquisite, ma soprattutto se è
adeguato il suo agire professionale, ossia quel comportamento che deriva,
consapevolmente o meno, da un sistema di principi etici.
Inoltre l’infermiere è portatore, insieme agli altri
professionisti sanitari, di due principi che vengono fortemente presi in
considerazione nella valutazione della responsabilità professionale: il
principio di garanzia e il principio di affidamento. La posizione di garanzia
nei confronti dei pazienti rappresenta l’obbligo giuridico di preservare e
tutelare la salute contro qualsiasi pericolo per tutto il tempo in cui questi
sono affidati alla loro cura e assistenza. Secondo invece il principio di
affidamento, ogni professionista è responsabile della corretta esecuzione delle
attività che gli sono affidate e può confidare sull’adempimento da parte degli altri
dei doveri che gli spettano, senza avere l’obbligo di impedire che questi
realizzino comportamenti pericolosi o condotte inadeguate.
A fronte di tali premesse giuridico-deontologiche, si è
cercato di esplorare a tuttotondo le responsabilità che coinvolgono il
professionista infermiere.
Obiettivo
L’obiettivo è creare un quadro dei principali reati che hanno coinvolto gli infermieri, in Italia, nell’ultimo decennio, attraverso la lettura delle pronunce degli organi giudicanti, mostrando come i concetti di responsabilità ed autonomia siano princìpi sempre più effettivi e come sia fondamentale un agire corretto e consapevole basato su solide conoscenze teoriche e pratiche.
L’obiettivo è creare un quadro dei principali reati che hanno coinvolto gli infermieri, in Italia, nell’ultimo decennio, attraverso la lettura delle pronunce degli organi giudicanti, mostrando come i concetti di responsabilità ed autonomia siano princìpi sempre più effettivi e come sia fondamentale un agire corretto e consapevole basato su solide conoscenze teoriche e pratiche.
Metodi e strumenti
È stata condotta un’analisi critica delle sentenze ed ordinanze degli organi giudicanti tramite la consultazione delle banche dati giuridiche “De Jure” ed “Altalex” e dell’archivio ufficiale della Corte di Cassazione: “SentenzeWeb”.
La ricerca è stata condotta tra ottobre 2016 e gennaio 2017, prendendo in esame le sentenze pronunciate tra il 2005 e il 2016.
È stata condotta un’analisi critica delle sentenze ed ordinanze degli organi giudicanti tramite la consultazione delle banche dati giuridiche “De Jure” ed “Altalex” e dell’archivio ufficiale della Corte di Cassazione: “SentenzeWeb”.
La ricerca è stata condotta tra ottobre 2016 e gennaio 2017, prendendo in esame le sentenze pronunciate tra il 2005 e il 2016.
Le decisioni della Corte di Cassazione sono state
accuratamente vagliate per estrapolare le informazioni necessarie a creare un
quadro generale dei principali reati che hanno coinvolto gli infermieri, delle
caratteristiche dell’operatore sanitario e dei luoghi in cui i reati sono stati
commessi.
Risultati
La ricerca effettuata ha prodotto 1051 risultati, di cui 993 sentenze e 58 ordinanze.
La scelta di includerle o meno nell’analisi è stata realizzata grazie alla lettura del cosiddetto “Motivo in fatto”, requisito formale delle pronunce giuridiche, che contiene una sommaria esposizione dell’evento e dei soggetti coinvolti nel processo.
La ricerca effettuata ha prodotto 1051 risultati, di cui 993 sentenze e 58 ordinanze.
La scelta di includerle o meno nell’analisi è stata realizzata grazie alla lettura del cosiddetto “Motivo in fatto”, requisito formale delle pronunce giuridiche, che contiene una sommaria esposizione dell’evento e dei soggetti coinvolti nel processo.
Questa ha portato all’esclusione di 931 documenti, risultati
non pertinenti allo scopo della revisione in quanto in alcune pronunce,
l’infermiere, non ricopre il ruolo di imputato, ma di persona informata sui
fatti; in altre, invece, viene tratto a giudizio per reati commessi non
nell’esercizio della sua funzione o non verso i pazienti.
Sono quindi state prese in considerazione le restanti 120
decisioni civili e penali, di cui 114 sentenze e 6 ordinanze, attraverso le
quali è stato possibile dare visione dell’evoluzione e dell’aumento
dell’autonomia e della responsabilità dell’infermiere, nonché esaminare le
caratteristiche dei reati, degli elementi temporali e spaziali dell’evento e
dei soggetti coinvolti.
Da ogni sentenza/ordinanza è stato tratto il numero
identificativo, l’anno della pronuncia limitato all’arco temporale dal 2005 al
2016 e il tipo di decisione che può essere di condanna, assoluzione o
estinzione. È stato rilevato il tipo di reato e ricercata la condotta, colposa
o dolosa, che l’ha causato.
In ambito penale il reato più frequente è quello di omicidio colposo (30%), seguito dal peculato (15,5%), dalla violenza sessuale (13,6%) e dalle lesioni personali colpose (10,9%) (Figura 1).
In ambito penale il reato più frequente è quello di omicidio colposo (30%), seguito dal peculato (15,5%), dalla violenza sessuale (13,6%) e dalle lesioni personali colpose (10,9%) (Figura 1).
Anche in ambito civile il reato che vede maggiormente
coinvolto l’infermiere è quello di omicidio colposo con il 58%. Il restante 42%
delle osservazioni è suddiviso in parti uguali tra omicidio volontario,
esercizio abusivo di professione, rifiuto/omissione di atti d’ufficio,
somministrazione di farmaci guasti e pregiudizio per l’incolumità della persona
e della sicurezza.
Il 52,3% dei delitti penali è stato compiuto con colpa, di
cui il 49,2% esclusivamente di tipo generica, quindi con negligenza, imprudenza
e/o imperizia e il restante 3,1% aggiunge a queste la non osservanza di linee
guida, protocolli o procedure (colpa specifica). Il dolo riveste il 47,7% delle
osservazioni (Figura 2).
Figura 2
- Distribuzione degli elementi soggettivi del reato penale
Sono stati inoltre analizzati gli elementi temporali e spaziali del reato che racchiudono l’anno dell’evento, la collocazione geografica regionale e provinciale, il tipo di struttura sanitaria, il reparto e il turno di lavoro.
Figura 3 - Distribuzione dei reati penali nelle aree sanitarie
|
|
Aree Sanitarie
|
Percentuale
|
Area Medica
|
27.7
|
Area Critica
|
26.2
|
Area Salute Mentale
|
13.8
|
Area Chirurgica
|
12.3
|
Area Materno Infantile
|
10.8
|
Area Riabilitativa
|
4.6
|
Area dei servizi diagnostici
|
3.1
|
Area dei servizi ambulatoriali
|
1.5
|
Nel
presente lavoro è stata anche analizzata la frequenza dei reati in relazione ai
turni lavorativi che generalmente si distribuiscono su tre periodi: mattina,
pomeriggio e notte. A questi si affianca spesso il cosiddetto turno di giornata
ricoperto soprattutto dal Coordinatore Infermieristico e da alcuni infermieri
preposti anche ad attività organizzative (Figura 4).
Figura 4 - Distribuzione dei reati per turni lavorativi
|
|
Turni lavorativi
|
Percentuale
|
Mattino
|
1.3
|
Pomeriggio
|
16.3
|
Notte
|
40.0
|
Giornata
|
4.0
|
Reiterato su tre turni
|
38.7
|
Figura 5 - Distribuzione per regione dei reati
Con il rafforzamento della formazione, delle competenze e con la consapevolezza acquisita dalla professione, i concetti di responsabilità e autonomia sono divenuti più effettivi. Questo è visibile anche nelle pronunce degli organi giudicanti che hanno visto l’infermiere coinvolto in diversi reati proprio per il ruolo da professionista che ricopre.
Questo rifletteva l’orientamento della società e talvolta del personale sanitario non infermieristico delle strutture stesse.
Violenza sessuale, maltrattamenti, circonvenzione di incapace, concussione… sono tutti delitti purtroppo presenti nelle strutture sanitarie. Questi sono compiuti da soggetti la cui qualifica professionale è quella di “infermiere”, ma che sono in antitesi con i concetti deontologici che connotano la professione, con la promozione del bene per il paziente e con il prendersi cura degli altri.
Ogni singola attività svolta correttamente e con piena cognizione accresce l’autonomia del professionista e della professione, la considerazione dei pazienti e l’accettazione totale nel lavoro d’equipe. Per questo nulla deve essere dato per scontato, a partire dalla formazione che non si conclude con il percorso di laurea, anzi prosegue per tutto l’arco della vita professionale attraverso l’aggiornamento continuo.