Articolo tratto dal sito: nurse24.it;
C’era una volta il giorno di San Paganino. C’è ancora oggi,
ma la “mesata”, come la chiamava il ministro Minghetti, non ha più lo stesso
sapore. Certo, il 27 non è un giorno come gli altri, è il giorno in cui tutti i
dipendenti pubblici – dagli “altri” considerati una casta – ricevono lo
stipendio. Ma nel mucchio della casta dei dipendenti pubblici in Italia ci sono
anche gli infermieri, gli operatori socio sanitari, le ostetriche e tutti gli
altri professionisti della salute. Gli eroi del momento, quelli con lo
stipendio più basso d’Europa, per capirci. Ecco perché il 27 è diventato il
giorno della vergogna.
Infermieri da sempre in mutande, come la maggior parte
dei supereroi 🦾
Ormai se ne sono accorti tutti, la pandemia Covid-19 ha
reso tutti consapevoli del fatto che gli infermieri fanno un
lavoro che sostiene il Paese, ma sono troppo pochi.
Fino a ieri, gli infermieri, erano invisibili,
perché in molti non volevano vederli. Erano i fannulloni della pausa
caffè, per la maggior parte di quelli che in ospedale ci sono stati e
si sono soffermati solo sulle apparenze. Uno di quei mestieri che al massimo
vai a fare se non hai voglia di studiare (mica come fare il Ministro degli
affari esteri e della cooperazione internazionale).
Quando mi auguravo che il 2020 sarebbe diventato l’anno della consapevolezza non immaginavo che il mezzo per arrivarci sarebbe stata una pandemia mondiale. Sono preoccupato, perché i numeri giornalieri - quelli dei sanitari infetti da COVID-19 - non accennano a dare un segnale positivo e sicuramente sono falsati dalla scelta folle (sulla quale pare essere arrivata un’inversione di marcia, seppur timida) di non fare i tamponi ai sanitari asintomatici.
Infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia, tecnici della prevenzione, fisioterapisti: questi professionisti, questi “eroi” guadagnano 1.600 euro al mese, quando va bene. E da un pezzo, poi. Ci sono anche gli operatori socio sanitari, che prendono (poco) meno e i medici, che guadagnano di più. Ma tutti hanno una cosa in comune: hanno uno stipendio che confrontato con i colleghi di tutta Europa è il più basso.
Ecco, da italiano oggi mi vergogno e chiedo scusa anche per
il futuro, in anticipo, perché temo che questa triste pagina della
storia dell’umanità sarà l’ennesima emergenza all’italiana. Del resto, lo
stiamo già nasando.
Tante belle parole, applausi e ringraziamenti. Ma poi
vengono reclutati infermieri con contratti CO.CO.CO., mancano
i DPI, qualcuno dice che bisognerà valutare
dove siano effettivamente avvenuti i contagi dei professionisti. I
colleghi crollano emotivamente, qualcuno
cede a gesti estremi. Non si può permettere che accada tutto questo. Finita
l’emergenza, poi, ci sarà da gestire il dopo. Quanto durerà? E chi può dirlo.
Solo, mi auguro molto meno delle accise che ancora paghiamo per la crisi di
Suez del 1956.
Il decreto Cura Italia ha trascurato chi cura l’Italia
Sì, perché i famosi 100€ in più (che molti vedranno il 27
aprile, per questioni amministrative) non sono stati pensati per dare ristoro
ai professionisti sanitari, ma a tutta l’Italia che non si è fermata. Non
c’è da stupirsi se molti infermieri questi cento euro una tantum non li
vogliono, perché suonano come una tremenda - l’ennesima - presa in giro.
Si poteva fare di più, si deve fare molto di più per dare un
ristoro concreto ai professionisti sanitari che questa guerra la stanno
combattendo senza battere un ciglio. Si deve restituire il giusto
valore al valore di questi professionisti. Come? Detassandone gli stipendi
fino a fine emergenza, ad esempio, pagandoli al lordo dei loro stipendi. Una
proposta populista, forse, ma sarebbe una spinta emotiva per tutti, garantita.
A guardarci bene scommetto che barili in cui raschiare per trovare i fondi ce
ne sono ancora. Bisognerebbe solo che lo si ritenesse opportuno.
Quello che purtroppo abbiamo imparato dalla storia del (non)
riconoscimento della nostra professione è che se lo sforzo immane messo in
campo in questa emergenza dai sanitari non si tradurrà in una risposta concreta
nell’immediato, gli infermieri rimarranno di nuovo con un pugno di mosche in
mano. Perché difficilmente il non ci dimenticheremo di voi rimbomberà
nelle aule in cui si scriverà il nuovo contratto di lavoro.
E allora quei 100€ prendeteli e metteteli da parte:
serviranno per pagare il viaggio che faremo tutti insieme per bloccare
l’Italia quando tutto questo sarà solo un ricordo lontano, perché ho
paura che – tra chi si spaccia per quello che non è e chi durante un distacco
magicamente si materializza in servizio per farsi un selfie con la mascherina
- non ci si possa fidare più neanche dei sindacalisti.
Ormai tutti ne siamo consapevoli. Me lo auguro.