Questi sono giorni per il nostro paese impegnato nella lotta al Covid-19, molto intensi, soprattutto per quelli che un tempo chiamavano eroi (infermieri, OSS, medici, ecc..).
In questi mesi di sacrifici, fatti per il bene della collettività, siamo stati ripagati con un premio "Covid", che potevano benissimo risparmiarselo, ma sarebbe stato più utile nel tempo, un vero aumento del nostro misero stipendio.
A marzo la pandemia ci ha preso in contropiede, ma a distanza di ben sette mesi circa, la Regione Lombardia non può svegliarsi solo adesso e scoprire di non avere medici e infermieri a sufficienza per affrontare questa nuova ondata del Covid-19.
Possibile che non abbia avuto le risorse necessarie in questi mesi, per assumere personale sanitario e formarlo adeguatamente e gestire con meno nervosismo, un'emergenza sanitaria così complessa? Forse erano impegnati a fortificare sempre di più il sistema sanitario privato, anziché irrobustire quello pubblico?
Oggi veniamo a conoscenza che la Regione Lombardia, richiede in "forma volontaria" ad altre aziende pubbliche, personale medico-infermieristico, da reclutare per intensificare l'assistenza in rianimazione al padiglione Milano Fiera.
Questo tipo di richiesta era giustificabile nei mesi di marzo, quando il Covid-19 è arrivato come un fulmine a ciel sereno, ma no oggi, dove il tempo di organizzare per il reclutamento di personale sanitario era possibile.
P.S. Sono vicino a tutti i colleghi impegnati al 100% contro questa brutta bestia, ma il mio sfogo nasce da una riflessione che va oltre la generosità di ogni singolo professionista della salute, perchè chi dovrebbe garantire la salute pubblica e tutelare gli "ex eroi", genera solo confusione e incertezza.
Buon lavoro a tutti e non abbassiamo la guardia!
Scritto da Giuseppe Cotroneo (RLS e coordinatore area infermieristica aziendale UILFPL Pini-Cto).