15 febbraio 2017

La nostra costituzione è morta come i nostri diritti



di Peppe Cotroneo,

Stiamo vivendo un momento storico molto complesso, dove il diritto al lavoro è ormai un miraggio e il diritto alla salute è diventato purtroppo merce di scambio.  Si merce di scambio , perché anno per anno i tagli alla sanità sono sempre più massicci  e di conseguenza a risentirne sono i cittadini e gli operatori sanitari, ormai stanchi  e rassegnati. 
 Il personale  è costretto a lavorare in condizioni di netta difficoltà . Ad esempio: l’assistenza notturna di 20 pazienti è erogata da un solo infermiere , ma questo sembra che  rientri nella normalità al Pini-CTO.
Il mancato turn over fa si che l’età media del personale si avvicini ai 50 anni ed in più la carenza di personale infermieristico e di supporto, grava ulteriormente sulla difficilissima  situazione assistenziale.
 Dove eravamo in questi anni quando la politica ha deciso di privarci di due diritti fondamentali presenti nella nostra Costituzione? Lavoro e Salute.
 Parole come contratto, aumento dei salari, salute, lavoro e diritti, sono un utopia, qualcosa per la quale la cattiva politica ci ha portato a pensare, che non ne vale più la pena lottare, anzi ci vogliono far credere che se oggi ci troviamo in questa situazione, è soprattutto per colpa nostra. 
 Si, forse è vero che è colpa nostra, ma non perché abbiamo rubato, no perché abbiamo svolto male il nostro dovere di lavoratori e di cittadini, ma solo perché abbiamo messo la cosa pubblica  in mani sbagliate, in mani di pseudo legislatori, che hanno solo legiferato per i loro sporchi interessi. 
 Noi della UIL abbiamo il compito di vigilare e di impegnarci senza interessi per il bene tutti i lavoratori, per migliorare le condizioni e le situazioni che oggi hanno creato un fortissimo divario sociale, perché senza un’occupazione stabile, l’uomo è privato di quella dignità che ha contraddistinto la storia del nostro paese e delle nostre lotte sindacali.
 Se oggi salvaguardiamo ogni lavoratore onesto, allora il nostro presente e il nostro futuro saranno impregnati della fatica e della lotta di ognuno di noi, sapendo che abbiamo contribuito a rendere i nostri luoghi di lavoro, la nostra quotidianità, sempre più ricca di speranza e di vera giustizia sociale.

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