di Peppe Cotroneo,
Stiamo
vivendo un momento storico molto complesso, dove il diritto al lavoro è ormai
un miraggio e il diritto alla salute è diventato purtroppo merce di
scambio. Si merce di scambio , perché
anno per anno i tagli alla sanità sono sempre più massicci e di conseguenza a risentirne sono i
cittadini e gli operatori sanitari, ormai stanchi e rassegnati.
Il
personale è costretto a lavorare in
condizioni di netta difficoltà . Ad esempio: l’assistenza notturna di 20 pazienti
è erogata da un solo infermiere , ma questo sembra che rientri nella normalità al Pini-CTO.
Il
mancato turn over fa si che l’età media del personale si avvicini ai 50 anni ed
in più la carenza di personale infermieristico e di supporto, grava
ulteriormente sulla difficilissima
situazione assistenziale.
Dove
eravamo in questi anni quando la politica ha deciso di privarci di due diritti
fondamentali presenti nella nostra Costituzione? Lavoro e Salute.
Parole
come contratto, aumento dei salari, salute,
lavoro e diritti, sono un utopia, qualcosa per la quale la cattiva politica
ci ha portato a pensare, che non ne vale più la pena lottare, anzi ci vogliono
far credere che se oggi ci troviamo in questa situazione, è soprattutto per
colpa nostra.
Si,
forse è vero che è colpa nostra, ma non perché abbiamo rubato, no perché
abbiamo svolto male il nostro dovere di lavoratori e di cittadini, ma solo
perché abbiamo messo la cosa pubblica in
mani sbagliate, in mani di pseudo legislatori, che hanno solo legiferato per i
loro sporchi interessi.
Noi
della UIL abbiamo il compito di vigilare e di impegnarci senza interessi per il
bene tutti i lavoratori, per migliorare le condizioni e le situazioni che oggi
hanno creato un fortissimo divario sociale, perché senza un’occupazione stabile,
l’uomo è privato di quella dignità che ha contraddistinto la storia del nostro
paese e delle nostre lotte sindacali.
Se
oggi salvaguardiamo ogni lavoratore onesto, allora il nostro presente e il
nostro futuro saranno impregnati della fatica e della lotta di ognuno di noi,
sapendo che abbiamo contribuito a rendere i nostri luoghi di lavoro, la nostra
quotidianità, sempre più ricca di speranza e di vera giustizia sociale.