21 febbraio 2021

Covid, positivi 15 infermieri che hanno rifiutato il vaccino. "L’Inail dovrà decidere se hanno diritto a tutele per infortunio sul lavoro".


Articolo del sito: ilfattoquotidiano.it e indirizzato a tutto il personale dell'Asst Pini-Cto; 


A Genova il primo caso: la risposta sarà un precedente. Gli uffici della sede regionale sono orientati a escludere conseguenze penalizzanti per chi ha rifiutato l'immunizzazione. Tanto più che il diniego può dipendere da motivi sanitari. Il direttore amministrativo del San Martino non concorda: "Si è trattato di una grave inadempienza deontologica da parte di chi opera in strutture sanitarie

Sono appena in quindici, ma il loro caso farà scuola per tutti i lavoratori italiani. Del rifiuto di vaccinarsi di alcuni infermieri del policlinico San Martino di Genova – poi risultati positivi al Covid – si occuperanno gli uffici romani dell’Inail, su richiesta della direzione territoriale ligure. Al termine della prima fase di vaccinazioni, infatti, 593 dei 3.120 infermieri e tecnici del maggiore ospedale regionale (il 19%) hanno scelto di non ricevere la somministrazione a cui avevano diritto. Quindici di loro, nei giorni seguenti, si sono contagiati mentre erano al lavoro. Il quesito da sciogliere, sollevato all’ente specializzato dal direttore amministrativo Salvatore Giuffrida, diventa il seguente: ammalarsi in corsia dopo aver detto no al vaccino va considerato infortunio sul lavoro, con l’insieme di tutele che ne deriva? O il dipendente andrà considerato in semplice malattia? O ancora – come ventilato da Giuffrida al Secolo XIX – il diniego può rendere inidonei al contatto con i pazienti, o addirittura portare all’aspettativa obbligatoria e non retribuita?

20 febbraio 2021

20 febbraio 2021 – Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato

Articolo estrapolato dal sito della Federazione Nazionale Degli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione di Alessandro Beux

La Giornata è stata istituita per “onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio nel corso della pandemia di Coronavirus nell’anno 2020“ [legge 13 novembre 2020, n. 155].

É stata necessaria un’emergenza pandemica per rendere evidente ai più il valore inestimabile delle professioni sanitarie, tutte, ognuna per quel che di esclusivo e di essenziale garantisce a favore della salute degli individui.

Sin da questa prima edizione la nostra Federazione ha voluto che le iniziative promosse fossero caratterizzate dalla sobrietà che le motivazioni alla base della Giornata impongono e da un chiaro profilo inter-professionale e inter-istituzionale:

19 febbraio 2021

Giornata degli operatori sanitari, un minuto di silenzio per ricordare

Articolo indirizzato a tutti gli operatori sanitari, in particolare al personale infermieristico;


Nel giorno dedicato agli operatori sanitari e socio-sanitari e del volontariato (il 20 febbraio, come da legge 155/2020) la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), con oltre 454mila iscritti, si è rivolta a tutti gli infermieri inviando loro una lettera in cui tra l’altro si chiede, nel rispetto delle norme anti Covid, un minuto di silenzio a inizio di ogni turno di lavoro per onorare la memoria di tutti gli operatori sanitari, non solo infermieri, e di tutti i cittadini deceduti per Covid.

Un’altra lettera, invece, è partita alla volta delle Associazioni di pazienti e cittadini che formano la Consulta FNOPI e rappresentano le persone per le quali gli infermieri sono in prima linea nella pandemia, non solo per assistere e curare, ma anche per non lasciare solo nessuno dalle corsie degli ospedali alle abitazioni dove quasi 400mila pazienti sono in isolamento domiciliare.

“E’ un momento particolare – si legge nella lettera – che vogliamo condividere con le altre professioni, con le organizzazioni di volontariato e in generale con tutti i cittadini, a cui abbiamo deciso di essere vicini, che vogliamo assistere e curare, con cui vogliamo avere una relazione di prossimità, e che non lasceremo mai soli”.

17 febbraio 2021

Perché dopo la seconda dose di vaccino si hanno maggiori effetti collaterali?


Articolo del sito: Focus.ti, indirizzato a tutto il personale dell’Asst Pini-Cto; 


<<Dolore nel sito dell'iniezione, spossatezza e mal di testa: sono i più comuni effetti collaterali dei vaccini anti-covid a mRNA di Pfizer-BioNTech e Moderna, manifestati da circa un terzo dei partecipanti alle sperimentazioni. Più raramente, compaiono anche sintomi influenzali, come brividi e febbre che se ne vanno, senza conseguenze, entro un paio di giorni>>.

RISPOSTA IMMUNITARIA. Questi disturbi transitori possono creare qualche comprensibile disagio, ma potremmo decidere di salutarli con sollievo, perché sono un segnale dell'efficace risposta immunitaria sollecitata dal vaccino. Come mai questa più decisa reazione si verifica quasi sempre dopo la seconda dose e non subito dopo la prima?

11 febbraio 2021

Procedura per attivare l’assicurazione UilFpl

Post indirizzato a tutti gli iscritti della UilFpl; 


Gentilissimo iscritto/a, 

ti invitiamo ad attivare l’assicurazione cliccando su questo link: https://bit.ly/3a81BPs . 

Per qualsiasi problema, ti invitiamo a scrivere alla seguente e-mail: helpdesk@uilfpl.it


UilFpl aziendale Asst-Pini-Cto 


10 febbraio 2021

Covid, stop a esami e interventi per metà degli italiani. Ritorno alla normalità? Non prima del 2022. “Necessario aumento attività del 45%


Riportiamo di seguito l’articolo del sito ilfattoquotidiano.it, indirizzato a tutto il personale dell'Asst Pini-Cto; 
 
<<Il rinvio delle prestazioni sanitarie è stato di quasi due mesi. Nel 68% dei casi l’appuntamento è stato rimandato sine die. Il primato spetta a gastroenterologia e urologia. Le liste d'attesa hanno accumulato ritardi strutturali e per smaltirle saranno necessarie risorse significative. Nei piani di Speranza c'erano 61mila assunzioni per colmare il gap degli ultimi 10 anni>>.

Tra marzo e dicembre dell’anno scorso 27,9 milioni di italiani che avevano in programma una visita, esame o una operazione in una struttura sanitaria, hanno subito uno o più rinvii. Di questi, circa 13 milioni, si sono invece visti annullare del tutto una o più visite, esami o interventi. “Vi sono sicuramente ripercussioni sullo stato di salute. Il sistema sanitario cerca di trattare adeguatamente i casi urgenti o più gravi” dice Paolo Vineis vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità. Lo scienziato, la mente che analizza curve, andamenti e picchi dell’infezione come epidemiologo, fa riferimento per esempio a diagnosi tardive, per esempio quelle relative ai tumori. A causa dell’emergenza sanitaria gli italiani hanno dovuto fare i conti con rinvii che, dati alla mano, hanno riguardato praticamente tutte le specialità; il primato spetta a gastroenterologia e urologia (rispettivamente con l’81,2% e il 75% di pazienti che hanno subito ritardi o annullamenti su visite, esami od operazioni già programmate), anche patologie molto gravi non sono state esenti da questo fenomeno e, ad esempio, hanno subito ritardi o annullamenti il 61,1% dei pazienti cardiologici e appunto il 47,2% di quelli oncologici.

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