26 aprile 2020
A marzo raddoppiati gli infortuni sul lavoro in sanità denunciati all’Inail. E tre denunce su quattro riguardano il Coronavirus
24 aprile 2020
Supporto psicologico ai sanitari, parte l'iniziativa Inail #UilFplinforma
Inail, in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi (Cnop), ha attivato una iniziativa nazionale diretta a promuovere sul territorio servizi di supporto psicologico per gli operatori sanitari coinvolti nell'emergenza Covid-19.
Covid-19
e supporto psicologico ai sanitari: l'iniziativa Inail-Cnop
Con
la pubblicazione sul sito dell'Inail delle indicazioni procedurali e degli
strumenti utili per realizzare interventi individuali sul territorio, ha preso
il via l'iniziativa promossa dall'Istituto, in collaborazione con il Consiglio
nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop), con l'obiettivo
di contribuire alla gestione dello stress e alla prevenzione del burnout di
tutti gli operatori sanitari impegnati nell'emergenza Coronavirus.
L'iniziativa
prevede, in particolare, la creazione di task force di psicologi nelle
strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale per l'attivazione
di servizi di supporto al
personale sottoposto allo stress cronico provocato dall'attuale emergenza
epidemiologica, che può tradursi in un impoverimento delle energie e in
un aumento della distanza mentale e dei sentimenti negativi nei confronti del
lavoro e degli altri.
Lo scrive in una nota l'Inail, Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro. Medici, infermieri, operatori delle ambulanze, assistenti sociali e domiciliari - sottolinea il presidente dell'Inail, Franco Bettoni - sono sottoposti da settimane a un carico di lavoro estenuante, a cui si somma la pressione fortissima che deriva dal contatto quotidiano con la sofferenza e dalla paura di essere contagiati e di contagiare i propri familiari.
23 aprile 2020
Ecco come valorizzare chi ha combattuto il virus anche a mani nude. Le proposte di Cgil, Cisl e Uil
Lettera inviata al Quotidiano sanità da parte di Uil, Cisl, Cgil;
Orari
di lavoro dilatati, turni senza soluzione di continuità, tutto determinato
dall’esigenza di non sguarnire reparti che si affollavano, di minuto in minuto,
di pazienti affetti da Covid19 da curare senza una terapia specifica, con
difficoltà nei processi diagnostici, in carenza di ventilatori, senza
protocolli omogenei che da subito definissero percorsi separati dai pronto
soccorso alle degenze. Per questi lavoratori non ci sono oggi riconoscimenti
adeguati ipotizzabili al contributo che stanno dando nell’Emergenza.
Gentile
Direttore,
tre mesi di Covid19. Tre mesi di emergenza sanitaria. Dei tanti numeri che si rincorrono ogni giorno e che tracciano la mappa dei contagi, quello che si sottolinea raramente è che quei numeri che ci spaventano cosi tanto potevano essere molto più elevati se a contenere l’emergenza, spesso a “viso scoperto e mani nude”, non ci fosse stato il coraggio e la resistenza dei professionisti sanitari.
Senza Sanità Pubblica la pandemia poteva trasformarsi in una tragedia di proporzioni ben più rilevanti. Come spesso accade nelle prime ore, quando grazie proprio ad una professionista sanitaria si è compreso che nel nostro Paese era presente il virus Sars-Cov2, l’attenzione delle sigle sindacali FpCgil Cisl Fp e Uil Fpl si è concentrata sulla sicurezza.
La carenza dei dispositivi di protezione individuale (Dpi) è stata da subito il punto centrale della vertenza portata avanti in tutte le aziende e nei confronti del Governo.
20 aprile 2020
COVID-19: Manifesto deontologico degli infermieri per i cittadini
Articolo di Finopi.it,
Non eroi, ma professionisti scientificamente, responsabilmente e deontologicamente preparati.
E i cittadini devono saperlo: quella dell’infermiere è una visione del bene collettivo che prevale su quella dell’interesse individuale.
Per questo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), a un anno dal varo del nuovo Codice deontologico degli infermieri, ha messo a punto un “Manifesto deontologico” per la pandemia COVID-19, perché, si legge nel documento, “in un momento di difficoltà estrema, nel quale tutto sembra diventare impervio e nel quale più forte, e giustificata, è la tentazione di semplificare, crediamo che le qualità professionali e deontologiche degli infermieri possano e debbano essere portate in primo piano, praticate, comunicate ai cittadini”.
Gli infermieri non hanno dubbi e lo scrivono a chiare lettere: “Il racconto, oggi così enfatizzato, dell’eroismo dei professionisti della sanità, domani potrebbe diventare un ricordo, superato da nuovi argomenti, da conflitti, dalla superficialità della comunicazione.
“Bisogna allora investire per far diventare permanente la percezione sociale del ruolo dell’infermiere, fatta anche del contenuto etico della professione”, afferma la presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli.
14 aprile 2020
Vi presentiamo il nuovo componente Rsu della UilFpl - Alberto Barcella -
05 aprile 2020
Ecco cosa vuol dire non dimenticarsi degli infermieri
Articolo del sito: nurse24.it,
<<Lo dico a nome del Governo, ma sono sicuro che tutti i
membri del Parlamento possano ritrovarsi in quest’impegno, non ci
dimenticheremo di voi e di queste giornate così rischiose e stressanti>>. È con
queste parole che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, attraverso
l’informativa in aula alla Camera del 25 marzo, si rivolge agli infermieri
impegnati in prima linea nell’emergenza Covid.
Cosa vuol dire concretamente non dimenticarsi degli
infermieri?
Significa innanzitutto prendere realmente coscienza
della gravità del dato del numero dei contagi degli
operatori sanitari: 7.763 al 28 marzo. Di questi quasi 4.000 sono
infermieri.
Rendersi conto che se siamo arrivati a questo punto è perché
c’è stata, e continua ad esserci, una falla enorme per quanto riguarda la
messa a disposizione dei dispositivi di protezione individuali (DPI),
senza considerare il fatto che all’aumentare del contagio di operatori e
cittadini, si è continuato a dibattere sull’eventuale opportunità o
meno di fare i tamponi a tutto il personale sanitario.
Tamponi e DPI
Non dimenticarsi degli infermieri vuol dire decidere
ora di fare tamponi e garantire a tutti la piena disponibilità di DPI.
Non dimenticare, vuol dire tenere bene a mente il numero
23. A tanto ammonta sinora il numero degli infermieri
deceduti a causa del Covid, di cui 2 suicidi. Riflettere sui perché di
tutto questo è un imperativo categorico.
Cosa è successo, cos’è mancato? Cosa ne sarà delle loro famiglie? Lo Stato sarà al loro fianco? Se sì, come? E ancora. Perché il supporto psicologico per infermieri, medici e per gli altri operatori sanitari rappresenta ancora la cenerentola del SSN?
Eppure, ogni giorno sono faccia a faccia con la morte, e in mezzo a mille difficoltà sostengono anche i familiari dei tantissimi pazienti deceduti. E quando il numero dei pazienti è troppo elevato rispetto alla disponibilità di posti letto in terapia intensiva e alla quantità di ventilatori disponibili, come lo è attualmente soprattutto in alcune aree del paese, chi sostiene quotidianamente i professionisti nell’esercizio del loro lavoro e delle loro scelte sempre più difficili? Il rischio è il crollo psicologico, un rischio che non possiamo permetterci.
04 aprile 2020
Gestione emergenza, nuove linee di indirizzo del Ministero della Salute
Articolo di: nurse24.it,
Dal Ministero della Salute arriva una nuova circolare di
aggiornamento delle linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e
territoriali in corso di emergenza COVID-19. Tra i punti affrontati
nel documento: mascherine e tamponi a tutto il personale sanitario, più
attenzioni per Rsa e pazienti fragili, individuazione di strutture residenziali
e/o alberghiere rivolte al personale sanitario e socio-sanitario più esposto.
Emergenza Covid-19, la nuova circolare del Ministero
della Salute
Il Ministero della Salute - con la
circolare del 25 marzo 2020 - aggiorna le linee di indirizzo organizzative dei
servizi ospedalieri e territoriali per affrontare l'emergenza coronavirus.
Diversi i punti affrontati dal documento:
dall'individuazione di ospedali dedicati solo al Covid-19 alla
riorganizzazione della presa in carico territoriale dei
pazienti oltre che del sistema di emergenza-urgenza e ad
una maggiore attenzione alle Rsa e al paziente fragile, passando
per la sicurezza degli operatori sanitari e
l'individuazione di strutture residenziali e/o alberghiere rivolte sia al
personale sanitario e socio-sanitario più esposto, che a quei soggetti che, a
causa di ragioni logistiche, strutturali, socio-economiche, non possono essere
accolti in isolamento presso il proprio domicilio.
Questo perché l’evolversi della situazione epidemiologica rende necessario aggiornare e uniformare, quanto più possibile, il percorso organizzativo dei servizi regionali ospedalieri e territoriali, anche con iniziative di carattere straordinario ed urgente, scrive il Ministero.
03 aprile 2020
Coronavirus: dall’inizio dell’epidemia sono morti 116 sanitari. I contagiati sono 10 mila
Articolo tratto dal sito: quotidianosanita.it:
Non solo medici, che in ogni caso accusano il numero
più alto di vittime, ma anche infermieri, farmacisti, psicologi, tecnici e
professionisti sanitari, Oss e autisti soccorritori. In tutto sono 10.007 i
casi di operatori sanitari positivi con un'età media di 49 anni e per due terzi
donne. Dopo i medici il maggior numero di vittime tra gli infermieri. Ma i
decessi riguardano anche se in misura minore moltissime categorie
professionali.
02 aprile 2020
Il 27 è il giorno della vergogna!
Articolo tratto dal sito: nurse24.it;
C’era una volta il giorno di San Paganino. C’è ancora oggi,
ma la “mesata”, come la chiamava il ministro Minghetti, non ha più lo stesso
sapore. Certo, il 27 non è un giorno come gli altri, è il giorno in cui tutti i
dipendenti pubblici – dagli “altri” considerati una casta – ricevono lo
stipendio. Ma nel mucchio della casta dei dipendenti pubblici in Italia ci sono
anche gli infermieri, gli operatori socio sanitari, le ostetriche e tutti gli
altri professionisti della salute. Gli eroi del momento, quelli con lo
stipendio più basso d’Europa, per capirci. Ecco perché il 27 è diventato il
giorno della vergogna.
Infermieri da sempre in mutande, come la maggior parte
dei supereroi 🦾
Ormai se ne sono accorti tutti, la pandemia Covid-19 ha
reso tutti consapevoli del fatto che gli infermieri fanno un
lavoro che sostiene il Paese, ma sono troppo pochi.
Fino a ieri, gli infermieri, erano invisibili,
perché in molti non volevano vederli. Erano i fannulloni della pausa
caffè, per la maggior parte di quelli che in ospedale ci sono stati e
si sono soffermati solo sulle apparenze. Uno di quei mestieri che al massimo
vai a fare se non hai voglia di studiare (mica come fare il Ministro degli
affari esteri e della cooperazione internazionale).
Quando mi auguravo che il 2020 sarebbe diventato l’anno della consapevolezza non immaginavo che il mezzo per arrivarci sarebbe stata una pandemia mondiale. Sono preoccupato, perché i numeri giornalieri - quelli dei sanitari infetti da COVID-19 - non accennano a dare un segnale positivo e sicuramente sono falsati dalla scelta folle (sulla quale pare essere arrivata un’inversione di marcia, seppur timida) di non fare i tamponi ai sanitari asintomatici.
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