30 luglio 2019

Turni di notte e ricadute sulla qualità di vita degli infermieri


Gli infermieri hanno una peggiore qualità di vita rispetto alla popolazione generale, a dirlo è uno studio italiano condotto dall'Università degli Studi di Siena e dall'Azienda Ospedaliero Universitaria Senese.

Il lavoro su turni, si sa, è una prerogativa per la maggior parte degli infermieri ospedalieri poiché l'unico modo per assicurare una continuità assistenziale ai pazienti h 24.

Molti studi hanno analizzato l'impatto del lavoro notturno sulla salute degli operatori, riscontrando un aumento dei rischi, come la comparsa di disturbi del sonno e un generale peggioramento della qualità di vita.
La severità dei disturbi correlati al lavoro su turno notturno peggiora inoltre all'aumentare delle ore lavorate, del numero di notti e dell'età.

Questi disturbi sono correlati allo sfasamento del ritmo circadiano, all'alterazione del ritmo sonno veglia, dell'orario dei pasti e periodi di digiuno ed incidono nello sviluppo di: Tramite l'utilizzo della versione italiana dello Short Form Questionnaire (SF 36) i ricercatori italiani hanno indagato il percepito dello stato di salute degli infermieri intervistati (nello specifico lo stato di salute generale, la presenza/ assenza di dolore, problematiche psicofisiche e la dimensione sociale, relazionale) e l'hanno confrontato con i livelli di salute della popolazione generale italiana.

Da questo studio è emerso che il tempo impiegato per raggiungere il luogo di lavoro, gli anni di servizio e il sesso femminile (predominante nello studio, circa il 70% del campione) influiscono sullo stato di salute degli infermieri.

27 luglio 2019

Nulla è scontato: chi si prende cura di te, ti salva la vita



Articolo pubblicato sul sito: nurse24.it;

"Potrei andare avanti a raccontare altre mille storie simili, ma probabilmente non capireste a pieno, perché certe emozioni vanno vissute. Quando inizi a toccare con le tue mani le vite di altre persone, che dipendono da te, la tua vita cambia. La testimonianza di Nicole, tirocinante infermiera".

Toccare con le mani le vite di altre persone e capire che nulla è scontato

Fra le tante cose che si imparano quando si lavora a contatto con le persone, è che l'amore conta. L'amore che unisce due persone è davvero qualcosa che va oltre, qualcosa che riempie.

Ci sono donne, uomini, che purtroppo non hanno nessuno, e devono far carico solo su se stessi di situazioni tanto grandi da essere ingestibili. Quando si è soli le paure raddoppiano, le preoccupazioni crescono, il senso di perdita diventa lacerante.
Le persone che hanno la fortuna di avere un amore al loro fianco vivono tutto in modo diverso. I famigliari contano, ma l'amore di un uomo o di una donna è tutta un'altra cosa.

In reparto è salito dal pronto soccorso un ragazzo giovane, sulla ventina, e da una settimana a questa parte la sua ragazza ogni volta che stacca dal lavoro corre subito da lui, e passa le sue ore ad accarezzarlo, fino a quando esausta non si addormenta seduta, con la testa che cade sulle gambe di lui sul letto.

L'altro giorno aiutavo una paziente oncologica a prepararsi per la giornata, il marito ogni volta che si sente dire che deve uscire dalla stanza, si alza con educazione, ma cambia espressione, e non toglie mai lo sguardo dalla sua lei, fino a quando la porta non viene chiusa del tutto.

22 luglio 2019

Quando è l’emergenza sanitaria a chiedere aiuto



Articolo estrapolato dal sito: nurse24.it

L’emergenza sanitaria rappresenta spesso il biglietto da visita consegnato dal Sistema Sanitario Nazionale al cittadino, in quanto capita spesso che il primo contatto con il nostro sistema salute avvenga in una condizione di criticità che comporta una richiesta di assistenza. La risposta, però è sempre così all’altezza di questa delicata soluzione? Di certo c'è che servono professionisti che con la loro esperienza e professionalità siano in grado di rispondere tempestivamente ai bisogni di salute dell’utente, sia nel territorio sia all’interno dell’ospedale. In questo, serve senza alcun dubbio una maggiore uniformità quantomeno regionale, che sia comunque in grado di garantire alcuni ambiti ristretti di autonomia alle singole realtà locali.

Personale e servizi territoriali

È questo il primo punto critico del nostro sistema di emergenza. Ad oggi sono circa 2000 i medici in meno rispetto al necessario, per non parlare del personale infermieristico. E i numeri saranno destinati ad aumentare nei prossimi anni a causa di una scarsa programmazione degli accessi alle università, sproporzionati rispetto alle uscite dovute ai pensionamenti e al turn-over.
Questo comporta che il personale in turno spesso sia insufficiente per soddisfare le richieste dell’utenza e che si faccia carico di turni mensili con monte ore da paura.

A questo si aggiunge un flusso di pazienti che spesso si rivolge ai servizi di emergenza perché non trova risposta sul territorio o in altri ambiti dell’ospedale, anche quando dovrebbero essere proprio questi a risolvere la sua problematica.

17 luglio 2019

Gratificati, ma mal pagati: i dati Fiaso sul personale Ssn


Fonte: nurse24.it;

Il 52% dei neo assunti e il 38% dei “senior” vorrebbe cambiare azienda per condizioni e guadagni migliori, nonostante la maggioranza di loro (il 51% dei senior e il 67% dei neoinseriti) provi gratificazione nello svolgere il proprio lavoro. 

È la fotografia della situazione del personale in Sanità restituita dalla ricerca FIASO (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), che mostra le difficoltà incontrate dai professionisti. Tra i motivi per cambiare aria anche la "latitante" meritocrazia.

Per condizioni e guadagni migliori il personale Ssn cambierebbe azienda
Gratificati dal proprio lavoro - che, nonostante tutto, risponde ai bisogni di
salute dei cittadini - ma piegati da turni massacranti ai quali non corrisponde una giusta retribuzione, né un giusto riconoscimento "quando svolgono un buon lavoro".

16 luglio 2019

Noi non siamo omofobi #UilFplAsstPiniCto


Il Gruppo Aziendale UILFPL ASST PINI CTO condanna con forza quanto dichiarato, tramite social network, da parte di un dirigente medico della Asst contro gli omosessuali e l’omosessualità (articolo pubblicato sul ilfattoquotidiano.it).

UILFPL si batte da sempre per le pari opportunità e la libertà sessuale e ritiene che tali affermazioni, frutto di ignoranza e di pensieri retrogradi, contribuiscono a creare un clima omofobo che danneggia l’immagine della nostra Azienda e che non rappresenta il pensiero di chi quotidianamente si prende cura dei cittadini senza discriminazioni di sorta.


GRUPPO AZIENDALE UIL FPL ASST PINI CTO

#NoiNonSiamoOmofobi 

06 luglio 2019

Il pregiudizio sugli infermieri, la solita "storia maledetta"




Il pregiudizio. Quello che da anni combattiamo, colpisce ancora. Colpisce quando un paziente assesta un pugno in pieno volto ad un infermiere, quando un giornalista non si cura a dovere del potere delle parole, quando il web diventa campo di battaglia per sfide a singolar tenzone in cui a perdere, in ogni caso, è la dignità umana prima ancora che professionale. Il pregiudizio colpisce quando si tenta di ammucchiarlo come polvere sotto il tappeto, affossa quando si nasconde la testa sotto la sabbia.

Infermieri incastrati tra orgoglio e pregiudizio

Che il pregiudizio sugli infermieri serpeggi ancora praticamente indisturbato lo ha dimostrato – ultima solo in ordine di tempo – la giornalista Franca Leosini, che nella sua incalzante intervista ad Antonio Ciontoli sul caso Vannini ha tenuto a precisare che quella arrivata con l’ambulanza a soccorrere Marco era solo un'infermiera, non un medico e perciò non aveva un titolo sufficiente per capire che il ragazzo non era stato ferito da una punta di pettine.
(Già, perché gli infermieri, a detta di certi cronisti, servono solo a fare il giro di routine nei reparti per somministrare la pillolina sempre uguale tutte le mattine).

Una frase che ha fatto accapponare la pelle a chi, come noi, vive la professione e ogni giorno lavora duramente per rubare centimetri di terreno al pregiudizio che dall’esterno – così come anche da alcune fronde interne – mina la credibilità costruita negli anni.

02 luglio 2019

È online Tumorial. La prima serie di video-tutorial per aiutare i pazienti adolescenti ad affrontare la diagnosi di tumore e le cure


Per la prima volta, attraverso video monotematici, i ragazzi del Progetto Giovani della Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, raccontano su YouTube ai pazienti oncologici loro coetanei i diversi aspetti della malattia. I video sono in totale 24: i primi dieci sono in rete da oggi, i restanti 14 a partire dal mese di settembre. Molte le tematiche trattate, come il rapporto con i genitori, la sessualità, la scuola, la perdita dei capelli.


Una nuova serie è disponibile da oggi su YouTube. Una serie diversa e innovativa, che rompe dei tabù e racconta quanto della malattia oncologica non è stato ancora detto, soprattutto dell’impatto, dei segni e delle cicatrici che può lasciare sui pazienti più giovani. Si tratta di Tumorial, la serie di video-tutorial realizzata dai pazienti adolescenti del Progetto Giovani della Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT).

24 video in totale, 10 disponibili in rete da oggi e altri 14 online a partire da settembre, che raccontano con il linguaggio della quotidianità le esperienze e le situazioni più comuni, vissute dai pazienti di più lunga data con l’obiettivo di incoraggiare e supportare i coetanei appena arrivati in reparto, fragili e frastornati dalla diagnosi.

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