28 novembre 2018

40 anni di SSN. Parla il ministro Giulia Grillo


"Abbiamo cominciato a lavorare a soluzioni concrete per il personale già da ora, ma c'è da dire che io devo recuperare un gap di oltre 30 mld di tagli fatti sulla sanità negli ultimi anni dai governi succedutisi. Ci vorrà tempo, non potremo fare tutto subito ma stiamo lavorando per invertire la tendenza". Sugli esperimenti di editing gentico in Cina: " Una ricerca scientifica senza freni è chiaro che potrebbe fare qualunque cosa, anche creare esseri umani in provetta". E sui rapporti con la Lega: "Siamo una coppia giovane. Quando si vedranno i frutti di questa manovra aumenterà il consenso per il governo". 

Il Servizio sanitario nazionale è una delle più grandi conquiste di civiltà e progresso fatte in europa, e in Italia trova la sua massima espressione. Lo sciopero dei medici è il risultato di oltre 30 miliardi di taglia fatti negli ultimi anni dai governi succedutisi, ora stiamo lavorando per trovare soluzioni concrete già in questa legge di Bilancio. E sulla salute mentale, è pronto un decreto che istituirà un tavolo di lavoro al Ministero della Salute.

Così questa mattina la ministra della Salute, Giulia Grillo, intervistata a Sky Tg24 ha fatto il punto della situazione commentando le ultime notizie di attualità, dalla manovra allo sciopero dei medici, fino all'esperimento in Cina sull'editing genetico.

10 novembre 2018

Fnopi: stop all'uso improprio dei social network



di Fnopi, 

I 102 presidenti degli Ordini provinciali riuniti nel Consiglio nazionale hanno sottoscritto un documento sulla condotta dei loro iscritti sui social: ogni comportamento che leda la professione e l’immagine dei professionisti attraverso i social sarà punito: la rappresentanza professionale si impegna a essere guida ed esempio per un buon uso dei social

Condotte inopportune degli Infermieri sui social? Altolà della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) che rappresenta gli oltre 440mila professionisti presenti in Italia (il più grande Ordine professionale italiano.

I 102 presidenti degli Ordini provinciali riuniti nel Consiglio nazionale hanno sottoscritto un documento sulla condotta dei loro iscritti sui social.

01 novembre 2018

#StopAggressioniSulLavoro


Questo post è per tutti i dipendenti della pubblica amministrazione che svolgono la propria prestazione lavorativa nella Sanità e nelle Funzioni locali.

27 ottobre 2018

Sottoscritto accordo aziendale sulla reperibilità



In data odierna 26/10 abbiamo sottoscritto insieme alla RSU e Amministrazione l’accordo Aziendale sulle reperibilità.


25 ottobre 2018

FNOPI: “quota 100” porterà via il prossimo anno oltre 39mila infermieri e altri 70mila negli anni successivi


Oggi mancano almeno 53mila unità circa, ma con il meccanismo previdenziale a quota 100 rischia di diventare una cifra molto più alta, anche più di un allarme: oltre 39mila hanno un'età e una anzianità sufficiente a raggiungere quota 100 allo scattare della norma

Con le previsioni attuali della manovra per il 2019 la carenza infermieristica rischia di salire da circa 53mila vuoti di organico a oltre 90mila già nel primo anno di applicazione – il 2019 - del criterio “quota 100” per i criteri di pensionamento.

Inoltre – e non è poco – l’aumento promesso del Fondo sanitario nazionale di un miliardo basta a coprire l’esigenza dei servizi, ma le Regioni hanno già calcolato che per contratti degni di questo nome al personale di miliardi ne servono almeno altri due: tre in tutto.


24 settembre 2018

Il ministro della salute Giulia Grillo incontra la Fnopi




Il ministro della Salute incontra la Fnopi: “Lavoriamo con gli infermieri a provvedimenti concreti. Presto un gruppo tecnico per soluzioni condivise”
Fabbisogno di personale per fare fronte alle carenze e offrire la migliore assistenza possibile, specializzazioni infermieristiche, rispetto degli impegni economici, ma non solo, per valorizzare la professione.
Sono i temi cardine dell’incontro tra il ministro della Salute, Giulia Grillo, e una delegazione della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), rappresentata dalla presidente, Barbara Mangiacavalli, e dalla vicepresidente, Ausilia Pulimeno, che si è svolto oggi al ministero della Salute.

23 settembre 2018

Come utilizzare medici e infermieri delle Asl nelle catastrofi. Ecco la direttiva della Protezione civile

Il Dipartimento della Protezione civile ha trasmesso alle Regioni per l'esame in Conferenza Unificata della direttiva per assicurare il massimo coinvolgimento dei Servizi sanitari regionali, per consentire al Servizio nazionale di protezione civile di assistere con la maggiore efficacia possibile la popolazione colpita, assicurando attenzione particolare ai soggetti che hanno bisogno di assistenza sociosanitaria. 


Medici e infermieri delle Asl
potranno fare da supporto nelle maxi-emergenze ai Centri operativi comunali e intercomunali secondo uno schema di direttiva appena trasmesso dalla Protezione Civile alle Regioni per l’esame prima tecnico e poi in Conferenza Unificata.


19 settembre 2018

Il fenomeno Demansionamento nella professione infermieristica

La FNOPI si impegna a considerare il demansionamento come un tema costante nella sua agenda di confronto, analisi e proposte su più livelli anche per individuare forme concrete di intervento. L'argomento sarà inserito negli Osservatori, gruppi di lavoro e Cabina di regia, perché ognuno contribuisca ad analizzare il fenomeno, per proseguire presso gli OPI e attraverso loro negli Atenei e Aziende. 

L'attuale quadro normativo della Professione è assolutamente chiaro nel descrivere il profilo di responsabilità richiesto all'infermiere. È tuttavia evidente che nella prassi quotidiana non sempre il professionista risponde al suo mandato prioritario o è messo in condizioni di farlo, ovvero essere il responsabile dell'assistenza infermieristica.

17 settembre 2018

In Italia mancano 51 mila infermieri

Anche l’Oms Europa nel documento sull’Italia predisposto per la sua 68ª Assemblea generale in svolgimento in questi giorni a Roma sottolinea che percentualmente ci sono molti medici (rispetto al numero di abitanti), ma pochi infermieri (rispetto al numero di medici).  La FNOPI ha chiesto un incontro urgente con il ministro della Salute e con le Regioni, impegnati finora sul versante della carenza di medici: "Se i medici mancano, a questo punto figuriamoci gli infermieri".

- Gli infermieri impiegati nel Ssn sono carenti in tutta Italia,  dove il rapporto con i medici invece di essere di uno a tre come indicato a livello internazionale, crolla a volte fino a sfiorare la parità (1:1), non garantendo un adeguato impegno assistenziale: in questo senso ne mancano oltre 53mila. 

14 settembre 2018

Un passo di lato, ma sempre con l'occhio vigile #DimissioniRSU


Comunico a tutti i lavoratori che da quest'oggi non sarò più un rappresentante RSU all'interno della nostra azienda, perché ho presentato le mie dimissioni, causa motivi personali. 

Fare sindacato è una cosa molto seria. In questi 4 anni, ho cercato di portare avanti con il massimo impegno, passione e onestà le problematiche lavorative - aziendali che quotidianamente tutti noi viviamo. 

07 settembre 2018

Carenza infermieri: ne mancano oltre 50mila. Rischio servizi in calo e mortalità in aumento



La FNOPI ha chiesto ufficialmente un tavolo di confronto sulle carenze di personale infermieristico al ministro della Salute e alle Regioni, per studiare come  modificare la composizione del personale nel quadro di invarianza delle risorse e per la tutela della salute dei cittadini.
Se ogni infermiere assistesse al massimo 6 pazienti, sarebbero evitabili almeno 3.500 morti l’anno. 

04 settembre 2018

Studio sugli effetti della cosiddetta ''quota 100'' #UilInforma


di Carmelo Barbagallo, 

Quello della previdenza è un tema molto delicato e complesso. È bene ponderare le scelte, dunque, prima di assumere provvedimenti che avranno ripercussioni per la vita di milioni di lavoratori. Il susseguirsi di voci, ipotesi, interpretazioni e contrapposizioni rischia di generare errori le cui conseguenze sociali potrebbero essere davvero preoccupanti. Chiediamo, perciò, al Governo di convocare al più presto le parti sociali: abbiamo delle proposte su cui discutere, insieme, nell’interesse dei lavoratori e del Paese”.

È quanto ha dichiarato il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, presentando lo studio redatto dal Servizio politiche previdenziali del Segretario confederale, Domenico Proietti, che si è soffermato, in particolare, sull’analisi delle conseguenze per alcune categorie di lavoratori dell’introduzione della cosiddetta “quota 100”.

“L'ipotesi annunciata di voler introdurre “quota 100” - ha dichiarato Proietti - per essere davvero utile ed efficace, non deve essere sostitutiva della conferma dell'Ape sociale, misura che tutela i lavoratori in condizioni di grave difficoltà. Con quota 100, infatti, questi lavoratori vedrebbero peggiorata la propria situazione, con un ritardo di accesso alle pensioni che può arrivare fino a 4 anni, nel caso di disoccupati e di lavoratrici madri che dovranno attendere la pensione di vecchiaia a 67 anni. Ritardo, poi, che sarebbe ulteriormente aggravato dall'introduzione di requisiti elevati come l'età minima necessaria a 64 anni o un'anzianità contributiva che non tiene pienamente conto di tutti i contributi maturati dai lavoratori, con un’inaccettabile penalizzazione per le donne e per le aree più deboli del Paese.

Con gli attuali criteri per accedere all’Ape sociale - ha ricordato Proietti - chi si trova in stato di disoccupazione, chi assiste un familiare disabile e i lavoratori con gravi disabilità possono, dallo scorso anno, accedere a questa misura con “quota 93”, quindi con un notevole anticipo rispetto a un’ipotetica “quota 100”, mentre chi svolge mansioni gravose può accedere all'Ape sociale con “quota 99”, già a partire dall'età di 63 anni.

Alla luce di questi dati, “quota 100”, se non attentamente studiata e precisata, non solo “non smonta la Fornero”, ma peggiora quanto di buono fatto negli ultimi due anni per reintrodurre un principio di flessibilità nel nostro sistema pensionistico.

Per la UIL - ha sottolineato Proietti - la via maestra, se si vuole veramente continuare a cambiare la Fornero, è quella di estendere l’accesso alla pensione intorno ai 63 anni per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici.

Per affrontare questi temi ed evitare grossolani errori, a fine luglio, la UIL insieme alla Cisl e alla Cgil, ha chiesto formalmente un incontro al Ministro del Lavoro che speriamo trovi una risposta positiva al più presto”.




03 settembre 2018

Più risorse per il SSN



Discorso del Ministro della salute Giulia Grillo in audizione alla camera,  
<<Colleghe e colleghi, 
i cinque anni della passata Legislatura che ho affrontato dai banchi della commissione che si occupa di Sanità, come voi oggi, mi hanno insegnato tanto. Una cosa, forse, soprattutto: la centralità del Parlamento. Del raccordo saldo, costante e trasparente che deve esserci tra Esecutivo e Legislativo. Nei ruoli reciproci, naturalmente. Nel solco di quanto tracciato dalla Costituzione. Ecco, questi aspetti, questo modo di lavorare, di scambio continuo, di ascolto e di lavoro comune, pur nelle differenti posizioni politiche, sarà la “cifra” della mia attività governativa. Anche per evitare frettolose decisioni parlamentari, in passato non sempre dettate dall’urgenza, che hanno portato nel tempo a produrre una legislazione sanitaria a strati, costruendo una faticosa, e non raramente errata, produzione di leggi. 
La Sanità non ha bisogno di norme frettolose, che magari nel passato hanno nascosto tranelli, ed errori. Perché di interventi chiari e trasparenti, di aggiustamenti anche non piccoli, la Sanità pubblica ha bisogno. Avendo sempre la barra dritta verso un obiettivo: la centralità dei pazienti e i loro diritti costituzionalmente garantiti. Sempre e dappertutto.  Il 2018 è in un certo senso una data simbolica. Nell’anno in cui si celebrano i primi 40 anni dell’istituzione del nostro Servizio sanitario nazionale, non potevo certo iniziare questa mia relazione sulle linee programmatiche del Ministero, senza ricordare i principi che sin dal 1978 stanno alle fondamenta del sistema. Esempio e modello di civiltà da salvaguardare sempre e in ogni modo. Come dimenticare il Capo I della Legge 833 che, riprendendo la nostra Costituzione, sottolinea come sia compito della Repubblica tutelare la salute quale fondamentale diritto dell’individuo nell’interesse della collettività, indicando, già allora, come il nostro Servizio sanitario nazionale, nell'ambito delle sue competenze, debba perseguire il superamento degli squilibri territoriali nelle condizioni socio-sanitarie del Paese. Ecco, proprio quest’ultimo si sta rivelando sempre più il problema di fondo che abbiamo da avanti che dobbiamo tutti insieme affrontare con energia e coraggio.
Oggi, a distanza di quattro decadi, purtroppo, non possiamo né dobbiamo nasconderci che chi si è alternato alla guida del Paese non è riuscito a tener fede alle norme che sovraintendono al nostro sistema. La situazione la conoscete anche meglio di me. Troppe le difformità tra una Regione e l’altra e tra una parte del Paese (il Nord) e l’altra (il Sud). Con il rischio, e tante volte la realtà, di avere da una parte una Sanità dei poveri, dall’altra dei ricchi. Oltre 5 milioni, ha appena stimato l’Istat, sono gli italiani in povertà assoluta, concentrati maggiormente nelle Regioni del Sud. Sono queste le fasce di popolazione che guardano con maggior speranza ad un reale e concreto universalismo perché loro, più di altri, rinviano o abbandonano le cure. Ecco, la “questione Sud” purtroppo continua a restare attuale in tutta la sua gravità. Con le ricadute che tutti conosciamo per la popolazione in conseguenza della gestione e dell’organizzazione dei servizi. In territori, tra l’altro, in cui la malavita e le organizzazioni mafiose si infiltrano facilmente, lucrando sulla salute dei cittadini.   In queste prime settimane da ministro della Salute ho constatato di persona come troppo spesso le regole che il Parlamento approva, trovano, di fatto, una grande difficoltà nella loro reale applicazione. Gli esempi certo non mancano. Nel gennaio scorso, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono stati definiti e aggiornati i Livelli essenziali di assistenza: da allora, però, non sono state ancora definite le tariffe del nuovo Nomenclatore dell’assistenza specialistica ambulatoriale. Il problema è legato, poco banalmente, alle coperture finanziarie. E mentre, al momento, resta da definire una parte così importante per l’erogazione delle prestazioni a favore dei cittadini, la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel SSN, ha già predisposto uno schema di decreto di aggiornamento la cui approvazione non comporterebbe maggiori oneri per il SSN. Insomma, occorre fare chiarezza.   Purtroppo quanto ho appena detto, non è un caso isolato. Il “Nuovo” Patto della salute 2014-2016 è scaduto da due anni; il Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa è fermo al triennio 2010-2012 e situazioni analoghe le ho verificate anche in altri contesti. 
Nel caso dei vaccini, ad esempio, a distanza di un anno, non è stata creata l’Anagrafe Nazionale, fondamentale per un adeguato supporto alle famiglie e agli operatori del sistema. Riguardo i dispositivi medici per l’individuazione dei ripiani, in caso di sforamento dei tetti di spesa, come ricorda anche la Corte dei Conti nel suo Rapporto 2018 sul coordinamento della finanza pubblica, risulta sempre meno comprensibile la mancata attuazione del decreto attuativo. Sempre in tema di sforamenti, ma questa volta per quanto riguarda la farmaceutica, c’è una partita aperta che si trascina da circa 5 anni e che potrebbe mettere a serio rischio i bilanci della sanità di non poche Regioni. Con gli effetti, in caso di disavanzi regionali, che tutti potete immaginare. Sono tutte questioni urgenti. Tutti argomenti nella mia agenda come altri che andrò elencando a partire dalle liste d’attesa. Riguardo quest’ultime, tema molto sentito dai cittadini, mi preme fare una considerazione. 
È mia ferma intenzione proseguire il lavoro iniziato con l’invio della circolare trasmessa alle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano per conoscere la situazione reale delle cose. Da una prima valutazione dei dati a disposizione, ovviamente con i dovuti distinguo, si denota mediamente un forte sotto utilizzo dei processi di informatizzazione delle pronazioni. Tradotto, significa che ancora troppo spesso, ed in particolare per i ricoveri in fase di elezione, la gestione delle prestazioni avviene per via cartacea creando i presupposti e i rischi di forti distorsioni. Su questo aspetto l’impegno sarà massimo perché si tratta di una delle chiavi di volta per la corretta gestione delle liste d’attesa. Nei prossimi giorni, con tutti i numeri a disposizione, avremo la possibilità di fare una valutazione approfondita e implementare soluzioni per rendere più efficiente il sistema anche con il supporto di chi ha maturato buone pratiche in questi anni. Io su questo aspetto sarò al fianco dei cittadini, spesso proprio quelli più deboli, e posso già anticiparvi che al Ministero ci stiamo organizzando per creare un filo diretto di comunicazione con loro affinché tutti conoscano i loro diritti. Non sono temi che si risolvono solo a colpi di decreti, sono consapevole che occorre anche fare investimenti, ma capire come vengono utilizzate le risorse ha una fondamentale importanza. Quanto riportato fino adesso, non vuol essere quello che si potrebbe definire un cahier de doléances, bensì una doverosa fotografia del contesto nel quale siano tutti noi chiamati ad operare perché è necessario conoscere per deliberare. Deliberare, aggiungo, per gli interessi di un buon SSN. Dunque dei cittadini e della garanzia di mettere a loro disposizione un servizio sempre più efficiente e solido. Nei primi giorni del mio insediamento ho incontrato tutti gli assessori regionali alla sanità. Ricordo che compete allo Stato, alle Regioni e agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini, l'attuazione del Servizio sanitario nazionale. Da questo punto di vista intendo lavorare in stretta e piena collaborazione con i rappresentanti delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano. 
Per passare dalla teoria alla pratica, stiamo già lavorando di comune accordo per individuare, se possibile, una soluzione per il pay-back della farmaceutica per gli anni 2013/2015 e 2016, confronto che sta avvenendo già da un paio di settimane e che vede la collaborazione dei tecnici del Ministero della Salute, del MEF oltre che dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA). Contemporaneamente ho predisposto un tavolo per il governo della farmaceutica, altra disposizione di legge disattesa, e dei dispositivi medici. Anche in questo caso saranno protagoniste le Regioni e le Province autonome insieme ai Ministeri della Salute, dell’Economia e delle finanze e dello Sviluppo economico, oltre che alcuni esperti di chiara e comprovata capacità di livello internazionale. 
L’obiettivo è mettere ordine ad un sistema avendo come unico interesse quello dei cittadini.  Sempre in tema di ordine, nel settembre 2014 (Documento di sintesi del 25.9.2014) la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome aveva confermato la necessità di riordino delle Agenzie nazionali e dell'ISS. Lavoreremo anche in questa direzione per ridefinire le varie mission favorendo sinergie e collaborazioni a vario livello ma, soprattutto, evitando sovrapposizioni e ridondanze. Il tema dei vaccini è uno dei punti del programma di Governo. Nel quale affermiamo che, pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garantendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale. In questa direzione sta lavorando la maggioranza con un disegno di legge parlamentare che supererà la “legge Lorenzin”. Nata, peraltro, come decreto legge e approvata di fretta e furia in due mesi la scorsa Legislatura. Intanto sto lavorando per la realizzazione dell’Anagrafe nazionale vaccini, il vero punto di svolta fin qui gravemente trascurato. E ho insediato un tavolo di esperti indipendenti a sostegno della pianificazione strategica in materia, per affrontare il fenomeno della diffidenza e del dissenso vaccinale, secondo le indicazioni internazionali a partire dall’Oms, e per aggiornare il Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Voglio poi aggiungere, sempre in tema di vaccini, che altro pilastro decisivo sarà la comunicazione sulla necessità delle vaccinazioni. E sulla comunicazione il ministero si impegnerà con tutte le sue forze.   C’è poi un altro argomento che mi sta a cuore. Con il supporto delle Regioni, degli stakeholder del mondo della sanità ed il coinvolgimento dei cittadini, a partire dal mese di settembre, costituiremo gli Stati Generali per il benessere equo e sostenibile. Avrà il compito di elaborare un documento di programmazione, ma tengo a precisare che dovrà essere un provvedimento snello che tratterà molti dei diversi punti già toccati dal precedente Patto. Ma con una differenza: conterrà un cronoprogramma per la realizzazione di quanto previsto e una puntuale rappresentazione dello stato di avanzamento lavori attraverso il portale del Ministero della Salute. Spiegheremo agli italiani quanto sta avvenendo, in caso di errori, li correggeremo spiegandone le motivazioni.  Come dice il detto: “chi fa può sbagliare, chi non fa non sbaglia mai”. Quanto appena citato non può che collegarsi ad uno dei principi cardine dell’attività di un Ministero quale deve essere quello della Salute: la trasparenza. 
Nelle linee programmatiche del Ministro Lorenzin si faceva riferimento ad un Portale dedicato a ospitare, anche in lingua inglese, tutte le informazioni relative ai nostri servizi sanitari e agli ospedali e alle strutture di eccellenza presenti sul territorio nazionale. Sono trascorsi cinque anni invano, e adesso con gli uffici competenti del Ministero stiamo cercando di capire a che punto è il progetto, quanto finora è costato e quanto costerà.    La trasparenza, ho già accennato, dovrà guidare la mia azione di Governo. Nel frattempo, ho già dato mandato agli uffici di mettere a disposizione di tutti i cittadini i risultati dei monitoraggi dei LEA 2016 oltre che i verbali dei tavoli di monitoraggio e verifica riguardo i Livelli essenziali di assistenza e dei Piani di rientro per le Regioni ad essi sottoposti. Anche la mia agenda e quella dei sottosegretari saranno disponibili on line e visionabili da chiunque. In tema di trasparenza come non ricordare uno degli aspetti più rilevanti presenti nel contratto di governo: quello della dirigenza sanitaria. Al primo punto della sezione dedicata alla sanità, è previsto un intervento incisivo. Questo perché il provvedimento che ha portato alla formazione dell’elenco nazionale degli idonei all’incarico di direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale - D.Lgs 4 agosto 2016, n. 171 “Attuazione della delega di cui all’art. 11, comma 1, lettera p) della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di dirigenza sanitaria” - non è stato in grado di rispondere ai problemi di ingerenza della politica nelle scelte dei manager in sanità. A dimostrazione di ciò basti ricordare che in sede di lavori parlamentari venne presentata la relazione tecnica di accompagnamento al decreto. Ebbene, si stimava che i soggetti in possesso dei requisiti richiesti fossero in numero di poco superiore a 12.000 (875 organi di vertice degli enti pubblici del SSN a i quali si aggiungevano i direttori di struttura complessa 11.150). Dategli un'occhiata e capirete che, di fatto, nulla o poco è cambiato rispetto alla situazione precedente. Risolvere in tempi brevi un problema che si trascina da tanti anni non è cosa semplice, ma con gli uffici ed alcune persone tra le più competenti in materia stiamo al lavoro per adottare i giusti accorgimenti. Formazione e strumenti di valutazione omogenei e trasparenti sono in cima al nostro progetto di riforma senza mai dimenticare che dobbiamo concedere ai giovani di talento l'opportunità di contribuire al cambiamento. Anche in questo, la trasparenza sarà la migliore garanzia delle scelte e dell’individuazione di chi è realmente meritevole. Giovani e cambiamento saranno motivi conduttori di questo mio mandato a partire dalla RIFORMA della formazione medica post laurea. 
In proposito dovremo individuare insieme a Regioni, Province autonome e MIUR nuovi percorsi omogenei, equi ed armonici per i nostri giovani. Ovviamente non può esserci formazione senza personale. A tal proposito approfitto per ringraziare tutti coloro che a vario titolo lavorano all’interno del nostro Servizio sanitario Nazionale.  Che, come gli assistiti, stanno scontando gli effetti del blocco del turn over, mentre l’età media del personale stesso sale e in prospettiva rischia di sguarnire sempre più le corsie. Spesso non vi sono le condizioni ottimali per operare con la giusta serenità, ne sono consapevole e garantisco tutto il mio impegno affinché si possano individuare le migliori soluzioni. Lo scorso 3 luglio ho insediato il Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Anche in questo caso sono perfettamente consapevole che non si risolve con un tavolo il fenomeno, ahimè crescente, delle aggressioni al personale sanitario negli ospedali, nei pronto soccorso, in tutte le strutture a rischio, tema che sarà presto oggetto di un disegno di legge che abbiamo allo studio col ministero della Giustizia. Intendo in ogni caso tenere alta la guardia e puntare i riflettori su tutte le forme vecchie e nuove di mancanza di sicurezza e di tutela della salute in ogni posto di lavoro. Tra le prime azioni da implementare c’è la necessità di dare finalmente attuazione a quanto previsto dal Decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007 n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”. Ancora in merito al personale, azioni di blocco orizzontali della spesa andavano bene 15 anni fa per arrestare gravissime dinamiche di deficit di bilancio; oggi che i conti sono pressoché in ordine in tutte le Regioni, occorre implementare nuovi strumenti perché “le persone e le idee sono la questione più delicata” (come è stato detto) del nostro sistema sanitario. Con lo stesso sguardo rivolto verso il futuro, dobbiamo pensare all’attuazione su tutto il territorio nazionale sia del Decreto ministeriale 2 aprile 2015 n. 70, quello che definisce gli standard qualitativi, strutturali, quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, che del Piano nazionale della cronicità. Rispetto al primo occorre far lavorare in parallelo all’azione di riforma delle Regioni il Programma nazionale esiti (PNE). Qualità, volumi ed esiti delle cure devono essere garantiti e resi omogenei su tutto il territorio nazionale. 
Una regola però dobbiamo darcela: la parola efficienza non deve nascondere chiusure di presidi senza aver attivato i necessari servizi di presa in carico sul territorio. Naturalmente, occorre avere un orizzonte temporale che sappia andare ben al di là della quotidianità per effettuare tutti gli investimenti infrastrutturali necessari. Forse non tutti sanno che il fabbisogno finanziario nazionale relativo ad interventi di edilizia sanitaria ammonta a oltre 32 miliardi di euro, ripeto 32 miliardi di euro, di cui oltre 12 nelle sole zone sismiche I-II. Occorre dunque fare una riflessione circa l’esigenza di impostare programmi di investimento di medio-lungo periodo condividendo con molti dei miei colleghi ministri strategie e modalità di reperimento delle risorse anche in una cornice internazionale. Ad esempio, alcune iniziative di investimento e riqualificazione energetica si possono immaginare ampliando quanto già oggi previsto attraverso i piani triennali di investimento immobiliare dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL). Sono scelte difficili, ma abbiamo davanti a noi anche una grande opportunità per attuare il rinnovo del patrimonio edilizio e tecnologico in ambito sanitario soprattutto in Regioni che più di altre soffrono l’assenza di risorse in cui il tessuto socio-economico non è il grado da solo di garantire uno sviluppo autonomo del sistema. E per questo è cruciale riaprire i rubinetti degli investimenti, chiusi ormai da troppo tempo. Ne va della qualità delle cure e della serenità di chi lavora negli ospedali e nelle varie strutture sanitarie del nostro sistema. Ne va della nostra salute. Riguardo il Piano nazionale delle cronicità, non è mai abbastanza, tanto meno superfluo, sottolinearne l’importanza. In Italia sono quasi 24 milioni le persone che hanno una o più malattie croniche e sapere che non sono molte, anzi decisamente poche, le Regioni che lo hanno recepito formalmente non suona certo come qualcosa di positivo. 
In proposito, dalle associazioni dei cittadini sono arrivate richieste affinché nel nuovo sistema nazionale di garanzia dei LEA venga introdotto il monitoraggio rispetto al recepimento e all’attuazione del Piano. Mi sembra un aspetto ampiamente condivisibile. Esattamente com’è da condividere l’idea di elaborare un regolamento per individuare gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza territoriale. Un lavoro certamente complesso, ma necessario per realizzare in modo appropriato tutti gli investimenti utili ad una corretta presa in carico dei pazienti al di fuori degli ospedali in una logica di continuità assistenziale. Da questo punto di vista può essere certamente utile sia l’apporto del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM), sia la realizzazione di un nuovo Piano nazionale della prevenzione, considerata l’ormai prossima scadenza dell’attuale. In tema di prevenzione troveranno la giusta attenzione, fra le altre, azioni mirate al contenimento del fenomeno del “binge drinking”, cioè l’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve, fenomeno purtroppo sempre più diffuso tra i giovani e anche giovanissimi. A tal proposito il Ministero sarà protagonista di campagne di comunicazione per promuovere corretti stili di vita oltre che per supportare famiglie e bambini/adolescenti a nutrirsi in modo sano ed equilibrato. Sempre in ambito di prevenzione si dovrà lavorare ad una revisione e aggiornamento della normativa per la valutazione dell’impatto sanitario (VIS) nelle procedure di autorizzazione ambientali. Come avrete sicuramente notato, la parola “programmazione” ricorre più volte in questo mio intervento. E non potrebbe essere altrimenti. Si tratta di un elemento troppo spesso non preso in adeguata considerazione ma che sarà perno dell’attività di questo Governo. Per questo motivo ho deciso di far proseguire l’iter di approvazione del riparto del Fabbisogno sanitario nazionale per l’anno 2018. Ma in futuro dovremo lavorare per rendere il riparto più aderente alle necessità del Paese. In proposito sarà attivata un’analisi sulla possibilità di revisione dei criteri di riparto alla luce della variabilità a livello regionale pur sempre in un’ottica di sostenibilità del sistema. Per far questo occorre anche il supporto dei cittadini che devono essere partecipi e informati del cambiamento. Io e il mio Ministero lavoreremo certamente in questa direzione. 
Quanto detto fino ad ora rende necessario anche invertire la tendenza che, come ha appena sottolineato la Corte dei conti, ha visto negli anni tra il 2009 e il 2016 la riduzione delle risorse destinate alla sanità di circa tre decimi di punto all’anno al contrario di altri Paesi europei, mi riferisco a Francia e Germania, che hanno, viceversa, ampliato i loro investimenti in sanità. Anche nel nostro Paese sarà necessario tornare ad effettuare investimenti in questo senso, garantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale a cui concorre lo Stato. Ci vorrà del tempo, nessuno ha la bacchetta magica, ma l'intento dell'Esecutivo è tracciato. Naturalmente, il recupero delle risorse avverrà anche attraverso un’efficace lotta agli sprechi e alle inefficienze che ancora ci sono. Spazio dunque alla centralizzazione degli acquisti e all’allargamento della collaborazione tra i soggetti aggregatori (centrali di acquisto regionali) e CONSIP. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 dicembre 2015, quello che identifica le categorie di beni e servizi da acquistare in modo centralizzato dovrebbe rinnovarsi entro il 31 dicembre di ogni anno. Siamo nel luglio 2018 ma di Dpcm nuovi non se ne sono ancora visti. Mi impegnerò per una corretta programmazione anche in questa direzione, ottimista del fatto che in tempi brevi è possibile mettere in evidenza le buone pratiche che sono già presenti sul nostro territorio. Naturalmente non tutto è risolvibile in tempi brevi. Ad esempio, le dinamiche dei prezzi seguono anche logiche legate ai tempi di pagamento. Anche in questo caso, in Italia si viaggia a diverse velocità.  Per questo occorre dare certezze alle imprese, soprattutto quelle “buone e sane”, in tutti i settori, che sono parte integrante, in quanto produttori di beni sanitari, del SSN. I progressi della medicina e delle cure sono il frutto della ricerca, del ruolo portante che svolgono imprese e istituzioni. Quanto alle imprese, di qualsiasi settore, che esportano sempre di più, che creano occupazione, a volte investono in Italia, è indubbio che per il Paese tutto ciò rappresenta un valore. E per stare al punto cruciale della ricerca, non possiamo sottacere quanto, mai abbastanza, forse addirittura troppo poco, è stato investito e realizzato. Nel corretto rapporto tra istituzioni pubbliche e aziende private, nella ricerca indipendente, nel ruolo delle Università e degli Istituti pubblici di ricerca, nella necessità di investire senza indugi anche nel capitale umano, nei giovani. Ancora una volta, di investire nelle migliori capacità. Sempre seguendo il filo rosso della trasparenza. Fino ad ora poco ho detto rispetto ai riflessi che innovazione e ricerca possono portare al nostro SSN. Il Patto per la sanità digitale era previsto nell’articolo dedicato alla sanità digitale e al piano di evoluzione dei flussi informativi del Nuovo sistema informativo sanitario (NSIS) del Patto per la Salute 2014-2016. Un primo risultato in questo ambito è rappresentato dal decreto di prossima emanazione rispetto all’Anagrafe nazionale vaccini, di cui già ho detto. Ma è necessario dare piena attuazione all’informatizzazione del SSN a partire dal Fascicolo Sanitario Elettronico. Anche in questo caso, come già segnalato, il Ministero lavorerà per la predisposizione dei decreti attuativi per la definizione di contenuti, formati e standard di documenti sanitari e servizi al fine di favorire la coerente alimentazione dei sistemi di Fascicolo Sanitario Elettronico realizzati dalle Regioni. Spazio anche alle attività finalizzate alla realizzazione del sistema di interconnessione dei sistemi informativi del SSN che consentirà di intercettare il percorso seguito dal paziente a fronte di un bisogno sanitario, attraverso le strutture sanitarie e i diversi livelli assistenziali su tutto il territorio. Non ultimo l’estensione del sistema informativo per la tracciabilità dei medicinali a uso umano anche, ai sensi del Decreto del Ministro della salute 15 luglio 2004, nel settore veterinario. 
Non mi mancherà il lavoro, non vi mancherà l’attenzione. Sono sicura che l’impegno per un SSN di qualità a garanzia dei cittadini, sarà la bussola per tutti noi>>.


06 luglio 2018

Cgil, Cisl e Uil: “Sanità sia una priorità nell’agenda del Governo, chiesto incontro a Ministro Grillo”




"Il Servizio sanitario nazionale  in questi anni è stato colpito da pesanti tagli che hanno ritardato la sua necessaria riorganizzazione, aggravando le disuguaglianze sociali e i divari territoriali nell’accesso ai Lea. Per una ‘vera’ riqualificazione del Ssn, è necessario assicurare un finanziamento adeguato". Così in nua nota i segretari confederali Rossana Dettori (Cgil), Ignazio Ganga (Cisl) e Silvana Roseto (Uil).
- Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro al Ministro della Salute, Giulia Grillo, per avviare "un confronto costruttivo mirato al rafforzamento e al rilancio del Ssn universale, equo e solidale". Le tre confederazioni lo annunciano in una nota unitaria a firma dei segretari confederali Rossana Dettori (Cgil), Ignazio Ganga (Cisl) e Silvana Roseto (Uil).
"Il Servizio sanitario nazionale - spiegano i dirigenti sindacali - in questi anni è stato colpito da pesanti tagli che hanno ritardato la sua necessaria riorganizzazione, aggravando le disuguaglianze sociali e i divari territoriali nell’accesso ai Livelli Essenziali di Assistenza, o non permettendo l’attuazione dei nuovi Lea". "Dagli ultimi dati pubblicati in una recente ricerca - sottolineano Dettori, Ganga e Roseto - emerge una preoccupante crescita della spesa privata a carico dei cittadini o, peggio, della rinuncia alle cure; situazione dovuta a precisi ostacoli nell’accesso alle prestazioni, che vanno rimossi, a partire dalle liste di attesa e dal superticket".

Cgil, Cisl e Uil "sono convinte che per una ‘vera’ riqualificazione del Ssn, sia necessario assicurare, finalmente, un finanziamento adeguato e procedere ad una riconversione appropriata della spesa verso l'effettiva domanda di salute e di cure di fronte alle trasformazioni demografiche, epidemiologiche e sociali. In questo senso - proseguono - l’assistenza sanitaria territoriale, oggi inadeguata a dare risposte al bisogno di salute della fascia più debole di popolazione composta da anziani e disabili, deve diventare il pilastro portante all’interno della riorganizzazione dei servizi sanitari".

"Ciò - concludono Dettori, Ganga e Roseto - implica uno sforzo comune per l’innovazione e il cambiamento, in un settore dove sappiamo essere cruciale il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori".

25 giugno 2018

Riunione RSU presso il presidio di Isocrate (26/06/2018) #UilFpl


La UilFpl aziendale comunica a tutto il personale,
che domani 26/06/2018 alle ore 10.00 si terrà presso il presidio di Isocrate, la riunione RSU con i seguenti ordini del giorno: 

– Discussione Orario di Lavoro e attesa relazione Vice Coordinatori

- Ultima Definizione argomenti da porre in dibattito con l’Amministrazione

- Indicazione data incontro Amministrazione per il mese di Luglio 2018

- Varie ed eventuali

La UilFpl aziendale porterà anche al tavolo del'RSU  il grande problema delle notti che gli infermieri fanno da soli in alcuni reparti, e la sicurezza del personale (spesso vi sono soggetti sconosciuti che gironzolano nei reparti)  durante i turni di lavoro;

Noi sempre dalla vostra parte.

Scritto e pubblicato dal componente RSU Giuseppe Cotroneo


20 giugno 2018

Infermieri, bussola per orientare un nuovo, efficace, modello di assistenza



Presidente Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI),
Ridurre - preferiremmo eliminare - le disuguaglianze in sanità, rifinanziare il fondo sanitario che negli ultimi anni ha “perso” oltre 14 miliardi di quelli scritti sulla carta e poi cassati da leggi di spending review di cui il primo capro espiatorio è stato il personale sono obiettivi fissati dal nuovo Governo per il prossimo futuro, ma che per noi infermieri fanno parte di una lunga tradizione di richieste avanzate ormai da anni.

11 giugno 2018

Come migliorare l’assistenza infermieristica e rafforzare il rapporto cittadini-infermieri


Da un'indagine è emerso che un cittadino su due reputa il numero degli infermieri insufficiente, la maggioranza degli utenti si lamenta inoltre della burocrazia e segnala una scarsa empatia da parte dei professionisti. Cittadinanzattiva e Fnopi presentano undici proposte per  rafforzare il ruolo della professione infermieristica. IL RAPPORTO DELL'OSSERVATORIO CIVICO.
Sono undici le azioni di miglioramento che il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva ha presentato oggi alla Fnopi, con l’intento di rafforzare l’alleanza tra cittadini e infermieri e stimolare una migliore qualità dell’assistenza infermieristica. Proposte “strategiche” elaborate e discusse, a seguito dei risultati emersi dall’Osservatorio civico sulla Professione Infermieristica, tra tutti gli stakeholder: Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee (Aislec), Alice Italia Onlus, Associazione Italiana Lotta all’Ictus Cerebrale, Associazione per le Malattie Reumatiche Infantili (Amri), Associazione Nazionale Infermieri Medicina Ospedaliera (Animo), Associazione Spina Bifida Italia (Asbi), Associazione Pazienti Bpco, Ordine Professioni Infermieristiche (Opi) di Roma, Gruppo Formazione Triage (Fft), Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (Uildm) e, naturalmente, Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi).

“L’Osservatorio rappresenta un’inedita opportunità di coinvolgimento e partecipazione delle Organizzazioni dei cittadini nelle politiche della professione infermieristica. Una possibilità unica all’interno del mondo delle professioni sanitarie, resa possibile  grazie alla lungimiranza della Fnpoi e alla sua volontà di mettere al centro delle proprie politiche professionali la tutela del diritto alla salute degli individui”. Così Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva.

“Oggi – ha continuato Aceti - consegniamo alla Federazione nazionale le 11 proposte, condivise con tutti gli attori, per il miglioramento dell’assistenza e il rafforzamento dell’alleanza tra cittadini e infermieri. Avanti tutta sull’umanizzazione delle cure, a partire da una maggiore attenzione al dolore e alle sofferenze inutili, il contrasto al minutaggio e alla burocratizzazione dell’assistenza. Priorità alla prossimità delle cure attraverso un rilancio dell’azione politica sulle figure dell’infermiere di famiglia e in generale degli infermieri impegnati nell’assistenza territoriale. E ancora: fondamentale qualificare l’assistenza, garantendo continuità e innovazione dei percorsi attraverso una maggiore valorizzazione delle competenze della professione e maggiore investimenti nel capitale umano”.

“Quella dell’infermiere - commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale delle professioni infermieristiche (Fnopi) - è tra le professioni sanitarie più vicine ai cittadini e nel processo di offerta e di garanzia di salute la professione infermieristica ha un ruolo essenziale. Nel futuro della sanità, a fronte dei bisogni di salute della popolazione e in particolare della domanda di cura delle fasce più fragili, gli infermieri avranno un ruolo sempre più incisivo, basato sulla collaborazione sinergica con tutte le altre professioni sanitarie”.

“La nostra professione ha come scopo il rapporto coi pazienti - prosegue la presidente Fnopi -. È per noi un elemento valoriale importante sia professionalmente che per il ‘patto con i cittadini’ che da anni ci caratterizza: è essenziale avere una relazione privilegiata con loro, per comprendere come ci vedono e come soddisfare i loro bisogni di salute.Il risultato dell’Osservatorio civico premia la professione per la stima dimostrata verso gli infermieri e per la consapevolezza che i cittadini hanno del nostro ruolo, ma fa anche da stimolo alla Federazione perché faccia di tutto perché sia potenziata l’offerta di prestazioni infermieristiche sul territorio attraverso i canali del Servizio sanitario con l’obiettivo di supportare i più fragili e le loro le famiglie”.

“Le proposte di Cittadinanzattiva - conclude Mangiacavalli - ricalcano il nostro programma per il prossimo triennio e molte necessità che l’Osservatorio ha sottolineato fanno parte delle richieste che pochi giorni fa abbiamo avanzato al nuovo Governo. Il nostro obiettivo è lavorare con e per i cittadini, Ordine per Ordine e come Federazione.  E a mettere in campo con associazioni di cittadini e pazienti tutti gli interventi per soddisfare i loro reali bisogni di salute”.

L’indagine

Un cittadino su due reputa che il numero di infermieri sia insufficiente per garantire l’assistenza non solo in ospedale ma anche sul territorio: qui i cittadini chiedono soluzioni che promuovano la figura del professionista nella realtà quotidiana della persona, vorrebbero essere assistiti da un infermiere nella farmacia dei servizi (65,5%), poter disporre di un infermiere di famiglia/comunità (78,6%), avere la possibilità di consultare un infermiere esperto in trattamento di ferite/lesioni cutanee (86,1%) ma anche uno a disposizione nei plessi scolastici per i bambini e ragazzi che ne potrebbero avere bisogno (84,1%).

I cittadini reputano il lavoro degli infermieri positivo ma temono anche che il tempo dedicato all’assistenza venga meno a causa delle attività burocratiche (51,3%). Un paziente su quattro, infatti, segnala poca empatia e disponibilità all’ascolto e più di uno su tre vorrebbe maggiore integrazione con le altre figure sanitarie.

A partire da questi dati emersi dall’Osservatorio civico, le proposte puntano a rafforzare il ruolo degli infermieri sia all’interno delle équipe e nei confronti degli altri professionisti sanitari, incrementando la consapevolezza del ruolo e degli spazi di intervento autonomo dell’infermiere, sia nei confronti del cittadino, individuando modalità che permettano di farsi conoscere e riconoscere, contribuendo a delineare una figura professionale capace di dare al paziente le risposte necessarie a prendersi cura di sé.

Le proposte di Cittadinanzattiva

1.   Promuovere la cultura dell’integrazione tra più professioni sanitarie, investendo su modelli organizzativi idonei a rispondere al meglio ai bisogni di cura e di assistenza del paziente.

2.   Sfruttare appieno le opportunità della formazione professionale, spendendo in percorsi mirati (ma anche trasversali) che rendano l’infermiere "esperto“ e “specializzato”, in particolar modo dove l’ambito in cui opera lo richiede (ad esempio cure primarie e servizi territoriali, area intensiva e dell’emergenza-urgenza, area medica, chirurgica, pediatrica e della salute mentale).

3.   Praticare soluzioni che promuovano la figura del professionista nella realtà quotidiana della persona: l’infermiere a domicilio, l’infermiere di famiglia/comunità, l’infermiere all’interno di plessi scolastici e nelle farmacie dei servizi.

4.   Riconoscere e valorizzare il ruolo dell’infermiere nell’ambito dell’uso delle tecnologie sanitarie sul territorio, riconoscendo allo stesso un ruolo attivo nell’erogazione di specifiche prestazioni (ad esempio telemedicina, tele monitoraggio, teleconsulto) inserite nei percorsi assistenziali.

5.   Lavorare sul ruolo proattivo degli infermieri riguardo alle cronicità ed altre situazioni di fragilità, rendendoli anche un anello di integrazione dei percorsi tra ospedale e territorio.

6.   Laddove presente, superare la logica dei minutaggi assistenziali con un criterio già in uso in altri paesi europei e che definisce un rapporto numerico specifico tra paziente-infermiere (1:6, ovvero un infermiere ogni 6 pazienti).

7.   Realizzare corsi di formazione che qualifichino e incrementino il rapporto con la persona e che dedichino specifici moduli all’empowerment, all’umanizzazione delle cure, alla relazione e alla comunicazione e in particolar al tema del dolore (L.38/10) in collaborazione con le associazioni di cittadini e pazienti.

8.   Valorizzare la professione infermieristica riconoscendo le competenze professionali all’interno dell’organizzazione dei servizi sanitari, adeguandone il governo.

9.   Promuovere il co-design dei servizi sanitari insieme ai cittadini, aprendo una riflessione su come evitare gli “effetti collaterali” della tecnologia applicata al mondo della sanità.

10.  Pianificare un’operazione di comunicazione pubblica congiunta (ad esempio campagne di informazione nelle piazze) tra Cittadinanzattiva, associazioni di pazienti e Fnopi, organizzando eventi di prossimità allo scopo di far conoscere al cittadino chi è l’infermiere e quando è possibile rivolgersi a lui, per comunicare il valore e le nuove opportunità che la professione offre.

11.  Prevedere giornate di studio o di approfondimento presso le sedi degli Ordini locali, alla presenza di associazioni di cittadini e pazienti, in modo da facilitare lo scambio di idee e proporre interventi per soddisfare i bisogni specifici delle persone. 


Scritto e pubblicato dal sito: Quotidiano Sanità;  

05 giugno 2018

Il ministro della salute Giulia Grillo



di Giulia Grillo, Ministro della Salute

Sono davvero onorata di essere stata scelta per ricoprire la carica di Ministro della Salute. Come medico e cittadina farò ogni sforzo per restituire dignità a un comparto che nel corso degli anni è stato pesantemente definanziato.

La salute è il bene più importante e gli italiani, da Nord a Sud, hanno diritto a un servizio sanitario davvero efficiente e universale. 
Ci sono milioni di miei concittadini che ogni anno rinunciano alle cure, o le posticipano, per ragioni economiche e questo non deve più accadere.

Sono molte le sfide che mi aspettano e intendo affrontarle con determinazione. Penso alla piaga delle liste di attesa, ai LEA, alle assunzioni del personale medico e infermieristico, alla governance della farmaceutica. Si tratta di temi ineludibili che, ne sono certa, questo governo del cambiamento affronterà mettendo sempre al primo posto il bene dei cittadini.

02 giugno 2018

Contratti Pubblico Impiego. Con la firma definitiva all’ARAN soldi in busta paga a Giugno



"Con la firma definitiva dei contratti per i lavoratori delle Funzioni Locali e della Sanità, si chiude il lungo percorso che ci ha portato al rinnovo del CCNL. Un passo in avanti concreto: dopo nove anni di attesa, siamo ripartiti.”Così Michelangelo Librandi, Segretario Generale della UIL-FPL.

“Nella busta paga del mese di Giugno i lavoratori avranno tutti gli arretrati e in seguito scatteranno gli aumenti contrattuali previsti. Questo è solo un punto di partenza: adesso faremo partire i lavori della Commissione paritetica per la revisione della classificazione del personale e presenteremo il prima possibile le piattaforme per il rinnovo contrattuale del triennio 2019-2021” prosegue il sindacalista, che conclude “fin da subito i nostri rappresentanti nelle Aziende Ospedaliere e negli enti locali lavoreranno per rilanciare la contrattazione decentrata e per il riconoscimento delle tutele e delle professionalità dei lavoratori.”

22 maggio 2018

Primo incontro RSU - Asst Pini-Cto -




Si comunica per informazione a tutti i dipendenti, che la prima riunione RSU si terrà in data MERCOLEDÌ 23 MAGGIO  2018 alle ore 14:30 presso l’Aula sindacale del Presidio PINI.

Ordine del giorno: 

      - Presa atto dei nuovi eletti RSU; 

      - Nomina coordinatori RSU;

      - Varie ed eventuali;


I coordinatori RSU uscenti
MARCHESE - PANZINI

(N.B. Nei giorni successivi vi informeremo sul contenuto dell'incontro). 

21 maggio 2018

Finalmente si è concluso il percorso dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego


Finalmente, dopo due mesi dall´ipotesi di accordo, anche i lavoratori del Sanità hanno il loro CCNL. Si apre ora la strada al riconoscimento in busta paga degli incrementi contrattuali e degli arretrati dovuti.
Esprimiamo la nostra soddisfazione per le sottoscrizioni di quest’oggi che, dopo circa dieci anni di blocco, restituiscono dignità ai lavoratori di questo comparto, sia in termini di diritti, tutele e relazioni sindacali sia sotto il profilo economico.

La firma definitiva di quest’ultimo contratto, per ordine di tempo, conclude così il percorso dei rinnovi contrattuali per il triennio 2016/2018 del personale dipendente di tutta la nostra Pubblica Amministrazione.

Un obiettivo importante che prima del 30 novembre 2016 non era nemmeno immaginabile e che, invece, è stato raggiunto grazie all’impegno, al lavoro e alla determinazione del Sindacato Confederale con le sue Federazioni, ma soprattutto di tutta la nostra organizzazione.
La stagione che si chiude quest’oggi cala il sipario sul decennio più buio del pubblico impiego e rilancia la nostra macchina amministrativa, riconoscendo il ruolo sociale che ogni giorno svolgono i suoi lavoratori in qualità di “motore della Pubblica Amministrazione” e dei servizi essenziali che garantisce al Paese.

(Fonte: Uil.it)



05 maggio 2018

Violenze contro i sanitari. In Italia quasi 1.500 casi nel 2017



41 aggressioni al 118, 320 negli ambulatori, 20 nelle case di riposo, 400 nei Reparti di degenza, 37 in assistenza domiciliare, 456 al Pronto Soccorso, 72 negli ambulatori del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, 62 in Terapia Intensiva, 11 nei penitenziari. Questi i dati diffusi nei giorni scorsi dal presidente dell'Ordine dei Medici di Roma.

Numeri impressionanti: 41 aggressioni al 118, 320 negli ambulatori, 20 nelle case di riposo, 400 nei Reparti di degenza, 37 in assistenza domiciliare, 456 al Pronto Soccorso, 72 negli ambulatori del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, 62 in Terapia Intensiva, 11 nei penitenziari.
In totale sono 1.420 gli episodi di violenza ai danni di medici e di altri professionisti sanitari compiuti nel 2017 in Italia (soprattutto in Puglia, seguita da Sicilia, Sardegna, Lombardia).

A rendere noti i dati è stato il presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Roma, Antonio Magi, nell'ambito della conferenza stampa che ha segnato la sigla di un protocollo di intesa con l'Associazione Stampa Romana per una buona comunicazione della salute e della sanità.

Siamo soddisfatti di firmare un protocollo di intesa con l'Ordine dei Medici su buone pratiche comuni e condivise”, ha affermato il presidente di ASR, Lazzaro Pappagallo. “Le nostre professioni sono intaccate dalle stesse problematiche, le aggressioni ma anche le fake news, e sono fondate sulla difesa di diritti costituzionalmente protetti. Anzi, i medici tutelano un valore, quello della salute, che è a monte di tutti gli altri diritti. Per questo è importante creare un'alleanza sociale tra le due professioni”.


I problemi legati alla violenza, alle minacce, alle cause temerarie, alle fake news, all'abusivismo sono diventati trasversali all'intera società”, ha aggiunto Antonio Magi. "Non sono più specifici di una singola professione, quella del medico, del giornalista, ma sono legati all'organizzazione che la società si sta dando. Per rispondere a questo malessere diffuso, è fondamentale creare un meccanismo nuovo per cui l'Ordine dei Medici diventi punto d'incontro con i cittadini e con le altre professioni, per offrire un miglior servizio ai cittadini stessi. In quest'ottica, insieme a Fnomceo, stiamo per partire con due campagne: la prima, contro la violenza, è la ripetizione della fortunata campagna ‘Chi aggredisce un medico aggredisce se stesso'. La seconda, contro le fake news, verrà presentata in Fnomceo ai primi di maggio”.

I dati diffusi questa mattina dall'Ordine dei Medici di Roma e dall'Associazione Stampa Romana confermano una triste escalation della violenza contro medici, giornalisti, potremmo aggiungere anche insegnanti”, commenta Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri- Fnomceo. “Cosa hanno in comune queste professioni? Di essere poste a garanzia di tre diritti fondamentali, costituzionalmente protetti: la tutela della salute, la libertà di stampa e di espressione, l'istruzione universalistica e gratuita. Sono diritti fondamentali perché, se vengono meno, viene meno l'essenza stessa della società civile, che salvaguarda i diritti dell'individuo nell'interesse della collettività. Chi aggredisce un medico – ma anche un giornalista, un'insegnante – aggredisce se stesso, perché rinnega e si nega i suoi stessi diritti. È una società triste e al tramonto quella che, per la pretesa di una gratificazione immediata – una notizia ‘gradita’, una prestazione medica da lui ritenuta preferibile a un'altra, un buon voto – violenta i propri diritti, distrugge la propria libertà. È urgente ripartire da una nuova alleanza sociale tra medici, giornalisti, insegnanti, intellettuali, cittadini,istituzioni che, con uno scatto di orgoglio, ricostruisca sulla base di valori condivisi non solo le nostre professioni, ma la stessa società civile”, ha concluso Anelli.  
Fonte: Quotidiano Sanità

29 aprile 2018

Giornata Mondiale della Salute e Sicurezza




La Giornata Mondiale della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, istituita dall’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) nel 2003 per accendere i riflettori e accrescere la sensibilizzazione intorno ad una tematica che accumuna, purtroppo, il mondo del lavoro e dei lavoratori a livello globale.
Solo nell’Unione Europea sono oltre 3.700 i lavoratori vittime di incidenti sul lavoro ogni anno, a questo numero si aggiungono oltre 200.000 morti in conseguenza di malattie professionali collegate al lavoro.

Affinché questo numero non continui a crescere costantemente è necessario che i Governi Nazionali, i datori di lavoro e gli stessi lavoratori assumano un impegno attivo che sia finalizzato alla garanzia della creazione di un ambiente di lavoro sicuro e salubre, dando la massima priorità al rispetto del principio della prevenzione, che deve concretizzarsi già a partire dalla nomina dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), che svolgono un ruolo importante. Proprio per questo è più che mai necessario che siano adeguatamente formati e riconosciuti nel loro fondamentale ruolo di soggetti della prevenzione in quanto, agendo quotidianamente sul posto di lavoro, risultano più consapevoli di ciò che accade realmente e quali rischi possono sorgere.

In occasione della giornata di domani la UIL ribadisce il ruolo che le OO.SS. e gli RLS rivestono nel contribuire a rendere più sicuri i posti di lavoro, nonostante continuino ad essere trascurati dalle controparti, dalle Istituzioni e dalla politica. Serve pertanto un’azione condivisa ed uno sforzo congiunto al fine di promuovere e tutelare queste figure in tutti i luoghi di lavoro, consegnando loro strumenti adeguati.

25 aprile 2018

Ecco i nomi della nuova Rsu aziendale Asst Pini-Cto




NUOVA RSU AZIENDALE

ECCO I 18 COMPONENTI:



CAMPANINO   Luigi               (Cto)
CHIEFFO  Lorenzo                  (Pini)
CIOTTA   Luca                          (Cto)
COTRONEO Giuseppe (Pini)
CRISPO   Franca                  (Isocrate)
DE GREGORIO   Amato          (Pini)
DE MARE  Ottavio                  (Pini)
ELETTO   Domenico               (Cto)
GUMARI   Gianni                   (Cto)
INCURATO   Franco               (Cto)
LUMETTA  Francesco         (Isocrate)
MARCHESE Danilo  (Pini)
NARDELLA Primiano (Pini)
PANZINI Stefano                    (Pini)
PARISI  Francesco              (Isocrate)
STERNATIVO   Pietro             (Pini)
VENTO  Giuseppe                  (Cto)
VOICHESCU   Nicoleta          (Pini)

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