28 dicembre 2020

Coronavirus, quasi 90mila operatori sanitari contagiati!


di Repubblica.it; 

Quasi 90mila operatori sanitari contagiati da inizio pandemia, 273 medici deceduti. Gli ultimi dati fotografano il pesante tributo pagato dal personale delle strutture sanitarie nella lotta quotidiana al coronavirus. Non a caso la campagna vaccinale è iniziata proprio da questa categoria. Anche se c'è un allarme "no vax" in corsia, soprattutto tra gli addetti delle case di riposo per anziani.

La Sorveglianza integrata Covd-19 a cura dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha reso noto che su 2.019.660 casi di contagio da Sars-Cov-2 avvenuti in Italia dall'inizio della pandemia al 27 dicembre, 89.879 hanno riguardato gli operatori sanitari. Negli ultimi 30 giorni, invece, 413.381 sono stati i casi totali di positività diagnosticati nel nostro Paese, di cui 16.923 tra gli operatori sanitari.

Dalla Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) sì è appreso che altri tre medici sono morti di Covid. Si tratta di Raffaele Antonio Brancadoro, medico ospedaliero in pensione, Leonardo Nargi, ginecologo, Stefano Simpatico, neurochirurgo. Il totale delle vittime tra i camici bianchi sale così a 273.

27 dicembre 2020

Coronavirus, la testimonianza: "Io disabile ricoverato per Covid vi chiedo di stare attenti"


di Repubblica.it; 

Sono le due di notte e l’inferno sembra sceso qui, al reparto 5A3 del San Giuseppe di Empoli. Eppure questo è solo il primo dei gironi, il più sopportabile di tutti: una signora chiede dell’acqua, le infermiere da fuori la sua stanza le urlano che mancano dieci minuti alla fine della terapia, e che potranno vestirsi con lo scafandro solo fra un po’, perciò dovrà pazientare ancora con il casco dell’ossigeno; un signore è in preda alle allucinazioni e vaneggia contro il soffitto, parlando a qualcuno al piano superiore; un altro bestemmia in dialetto, e poi c’è chi si lamenta o chiede aiuto invocando Maria; chi tossisce in continuazione senza riuscire a parlare, mentre qualcuno viene portato in rianimazione perché qualcosa non va.

E poi ci sono io che ho paura di morire. Che quella, la paura, ce l’ho da un anno, o meglio ad ogni bronchite, ma adesso ha raggiunto il suo massimo picco. Così cerco di non pensarci ma ci penso comunque, perché la tosse si è calmata ma non i pensieri peggiori. Perciò scrivo queste righe sulle note del telefono, per urgenza e per bisogno come faccio sempre: anche ora che mi sembra tutto impossibile, lontano e confuso. Tutti i progetti di lavoro e di vita, di famiglia e amicizia, scomparsi sotto il peso che mi schiaccia il petto, incapace di espandersi, tra costole e vertebre che prendono fuoco. Perciò scrivo, in questa prima tregua, perché soffrire per niente non ha mai senso, e allora diamogli forma a questo dolore e facciamone qualcosa. Sempre e comunque, finché si può.

23 dicembre 2020

Auguri di buon Natale


di UilFpl aziendale; 

La UilFpl aziendale augura agli operatori sanitari, agli amministrativi e a tutti i lavoratori dell’Asst Pini-Cto, buon Natale e buone feste. 

Cerchiamo di vivere questi giorni all'insegna della responsabilità!  

Auguri a voi e alle vostre famiglie!

22 dicembre 2020

Vaccino Covid. “67% popolazione disponibile a farlo, tra gli anziani si sale all’84%”


di quotidianosanità.it; 

Quasi la totalità della popolazione tra i giovani e gli ultra65enni ha indossato la mascherina nei luoghi pubblici chiusi e sui mezzi di trasporto. Ma una persona su tre ha dichiarato di aver visto peggiorare la propria condizione economica. Tra gli anziani l’84% ha dichiarato che è disponibile a vaccinarsi contro Sars-Cov-2; ma anche nella popolazione adulta la disponibilità a vaccinarsi sembra elevata (67%).

Sono i primi risultati di un approfondimento realizzato nell’ambito delle sorveglianze Passi e Passi d’Argento, coordinate dall’ISS, nei mesi tra agosto e novembre su un campione di 2.700 intervistati, attraverso il modulo Covid. 

“I risultati di questa survey – dice Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS - mostrano un atteggiamento di responsabilità degli italiani che, nonostante i sacrifici, hanno sostanzialmente rispettato le misure con costanza ma anche con una prospettiva di fiducia nella scienza. I dati inoltre hanno un valore fondamentale poiché orientano sui bisogni di continuità socioassistenziale. In questi mesi di emergenza sanitaria, infatti, è necessario alzare il livello di attenzione sui bisogni legati alle conseguenze della “fatica pandemica” e questi dati sono importanti indicazioni soprattutto per la tutela dei più fragili”. 

16 dicembre 2020

Tredicesima: quando arriva?

di UilFpl aziendale; 

La UilFpl aziendale invita a leggere e scaricare questo file: 

12 dicembre 2020

Giornata internazionale della Copertura Sanitaria Universale


Il 12 dicembre, è la Giornata internazionale della Copertura Sanitaria Universale. In questa occasione, l’ISS ha pubblicato un report sullo stato dell’arte dei vari sistemi sanitari. Il rapporto si intitola: “La Copertura Sanitaria Universale nel mondo. Istruzioni per l’uso: una logica di confronto”.

“Un sistema che sia in grado di estendere la copertura sanitaria a tutta la popolazione, garantendo i servizi e le prestazioni necessarie, senza caricare le persone di costi diretti” è la definizione che l’ISS da di “Copertura Sanitaria Universale” (Universal Health Coverage-UHC), da tempo al centro dell’agenda internazionale e ora uno dei target degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals-SDGs) per il 2030.

L’approfondimento dell’ISS, affronta le problematiche legate alla carenza di dati e alle difficoltà di comparare valori. Inoltre, la pandemia da SARS-CoV-2 ha evidenziato le criticità, lacune e disuguaglianze all’interno di uno stesso Paese e fra i Paesi, ma anche ha posto l’accento sulla necessità di coerenza e sinergia tra i sistemi nazionali, sistemi necessariamente interconnessi durante la risposta a una pandemia globale

La UilFpl aziendale rappresenta tutti i lavoratori

di Giuseppe Cotroneo; 

Nelle scorse ore si sono sollevati dei malumori tra alcuni iscritti della UilFpl Pini-Cto, per un post pubblicato in questi giorni su questo blog che riguarda gli infermieri. Questo è il post. 

Essendo io il responsabile della comunicazione, ci tengo a chiarire e far capire a tutti i nostri iscritti, che nessuno ha delle preferenze e che la UilFpl ha a cuore ogni singolo lavoratore che opera all’interno di questa azienda

Nell’ultima lettera inoltrata all’amministrazione, abbiamo evidenziato dei problemi riguardanti anche la radiologia (DPI, accesso dell’utenza). Qui la lettera.

La pubblicazione di alcuni post non condizionano affatto l'impegno di ogni singolo  rappresentante dei lavoratori, che ogni giorno lotta per tutti indistintamente.

Continuiamo a restare uniti! 

11 dicembre 2020

CGIL, CISL e UIL su sanità


di Uil.it; 

Pubblichiamo il testo del documento unitario relativo ai finanziamenti ordinari e straordinari per la ripresa ed il rilancio del welfare sanitario e socio-sanitario inviato anche alle istituzioni.

Scarica il testo in versione pdf: 


10 dicembre 2020

Legge di Bilancio 2021: nessuno tocchi l’indennità di specificità degli infermieri


Nessuno tocchi l’indennità di specificità infermieristica così come è scritta nella bozza della legge di Bilancio 2021, nonostante l’importo sia anche basso rispetto al lavoro degli infermieri che hanno dimostrato di saper mettere a rischio la propria salute e anche dare la vita per assistere le persone.

Lo fanno da sempre, ma durante la pandemia è stato evidente e il loro ruolo è stato speciale. Anche nel mezzo di una pandemia hanno provato in ogni modo a garantire quanto più possibile l’umanizzazione dell’assistenza, preoccupandosi di organizzare ad esempio una videochiamata ai familiari che non vedevano da giorni i propri cari. Sono sempre gli infermieri che hanno accompagnato sino all’ultimo i pazienti, tenendoli per mano e cercando di garantire, anche con un pesante scafandro, la necessaria vicinanza per una “dignità del fine vita”. Praticamente h24 vicino ai pazienti e alle loro necessità.

08 dicembre 2020

Rivendichiamo più sicurezza, efficienza nei servizi e rispetto dei diritti contrattuali #Sciopero


di Uil.it; 

Questo sciopero del pubblico in data 09/12/2020 del pubblico impiego, se lo è dichiarato il Governo da solo. Non ha detto di "no" ai Sindacati, ma ha voltato le spalle alle richieste di tre milioni di lavoratori che, come gli infermieri, gli operatori sanitari, gli addetti alla sicurezza, hanno lavorato in questo anno mettendo anche a rischio la loro stessa salute per salvaguardare la nostra.

Queste persone, queste donne e questi uomini, chiedono, tra l'altro, più attenzione alla sicurezza, più efficienza nei servizi ai cittadini e il rispetto dei diritti contrattuali. Per rivendicare tutto ciò, sono costrette a incrociare le braccia e a rinunciare a una giornata del loro stipendio.

Noi saremo al loro fianco, per difendere il lavoro e per assicurare a tutti i cittadini una Pubblica Amministrazione moderna ed efficiente.

29 novembre 2020

OCSE: infermieri fondamentali. Ma in Italia sono troppo pochi


di Fnopi.it; 

Gli infermieri sono aumentati nell’OCSE, ma non in Italia, dove sono sempre 5,7 per 1000 abitanti contro una media dei Paesi dell’Organizzazione di 8,2, con tutti gli Stati del Nord Europa al disopra di 10 infermieri ogni 1000 abitanti e solo alcuni dell’est europeo (Slovacchia, Cipro, Polonia, Lettonia, Bulgaria, Grecia, Serbia, Montenegro, Macedonia e Turchia), al di sotto.

Eppure, sottolinea l’OCSE nel suo nuovo rapporto Health at a Glance Europe 2020, presentato oggi, “gli infermieri svolgono un ruolo fondamentale nel fornire assistenza negli ospedali e negli istituti di assistenza a lungo termine in circostanze normali, e il loro ruolo è stato ancora più critico durante il COVID-19 pandemia”.

La carenza preesistente di infermieri – in Italia storicamente è di almeno 53.000 unità – è stata aggravata durante l’apice della pandemia, anche dal fatto che molti infermieri sono stati infettati dal virus. Nel nostro Paese secondo gli ultimi dati forniti dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) basate sulle rilevazioni e sui rapporti INAIL, sono oltre 28.000 (in aumento) con 49 decessi a oggi.

01 novembre 2020

Nel mondo il Covid, ha già ucciso 1500 infermieri


Articolo scritto dal sito: Fnopi.it;

L’ICN (International Council Nurse) conferma che 1.500 infermieri sono morti a causa di COVID-19 in 44 paesi e stima che i decessi di operatori sanitari COVID-19 in tutto il mondo potrebbero essere più di 20.000.

L’ultima analisi dell’International Council of Nurses mostra che il numero di infermieri deceduti dopo aver contratto il COVID-19 è di 1.500, rispetto ai 1.097 di agosto. La cifra, che include infermieri provenienti da soli 44 dei 195 paesi del mondo, è nota per essere una sottostima del numero reale di morti.

La stessa analisi dell’ICN suggerisce che circa il 10% dei casi a livello globale sono tra gli operatori sanitari.

A partire da questa settimana ci sono più di 43 milioni di casi in tutto il mondo con circa il 2,6% di questi, 1,1 milioni, con conseguente decesso.

Anche se il tasso di mortalità tra gli oltre quattro milioni di operatori sanitari infetti è solo dello 0,5%, oltre 20.000 operatori sanitari potrebbero essere morti a causa del virus.

Parlando durante la conferenza virtuale Nightingale 2020 del 27-28 ottobre, l’amministratore delegato di ICN Howard Catton ha dichiarato:

Il fatto che durante questa pandemia siano morte tante infermiere quante ne sono morte durante la prima guerra mondiale è scioccante. Da maggio 2020 chiediamo la raccolta standardizzata e sistematica di dati sulle infezioni e sui decessi degli operatori sanitari, e il fatto che non stia ancora accadendo è uno scandalo”.

28 ottobre 2020

Gli errori/orrori di chi gestisce la sanità pubblica


Questi sono giorni per il nostro paese impegnato nella lotta al Covid-19, molto intensi, soprattutto per quelli che un tempo chiamavano eroi (infermieri, OSS, medici, ecc..). 

In questi mesi di sacrifici, fatti per il bene della collettività, siamo stati ripagati con un premio "Covid", che potevano benissimo risparmiarselo, ma sarebbe stato più utile nel tempo, un vero aumento del nostro misero stipendio. 

A marzo la pandemia ci ha preso in contropiede, ma a distanza di ben sette mesi circa, la Regione Lombardia non può svegliarsi solo adesso e scoprire di non avere medici e infermieri a sufficienza per affrontare questa nuova ondata del Covid-19. 
Possibile che non abbia avuto le risorse necessarie in questi mesi, per assumere personale sanitario e formarlo adeguatamente e gestire con meno nervosismo, un'emergenza sanitaria così complessa? Forse erano impegnati a fortificare sempre di più il sistema sanitario privato, anziché irrobustire quello pubblico?  

21 ottobre 2020

UilFpl-Cisl-Fials uniti per richiedere gli screening Covid-19 per tutto il personale


Con la presente, 

i sottoscritti: Amato De Gregorio, (Cisl -RSU), Umberto Secondo (Fials -Rsu), Sternativo Pietro (Fials Rsu), Giuseppe Cotroneo (Coordinatore area infermieristica UilFpl aziendale), 

chiedono: 

dati  i recenti e multipli casi di positività tra il personale dirigenziale e del comparto, quale strategia aziendale di prevenzione e di tutela dei lavoratori l'amministrazione vuole attuare (tamponi con cadenza periodica, esami ematochimici, test rapidi) al fine di evitare una diffusione del virus tra i dipendenti. 

In attesa di un celere riscontro, porgiamo cordiali saluti. 

 

Sternativo Pietro

 

Amato De Gregorio

 

Giuseppe Cotroneo

 

Umberto Secondo

20 ottobre 2020

Invitiamo tutti alla responsabilità! #UilFpl


La UlFpl aziendale Pini-Cto, invita tutti i dipendenti alla responsabilità e alla cautela in questa nuova ondata del virus. 

Siamo chiamati ancora una volta ad essere protagonisti per il bene comune e questo deve onorarci, ma nello stesso tempo dobbiamo tenere alta la guardia per tutelare la nostra e la salute del nostro prossimo. 

Lottiamo tutti insieme, perché solo così sconfiggeremo il virus.

Non molliamo! 

Scritto da Giuseppe Cotroneo  

12 ottobre 2020

Risposta dell' Asst Pini-Cto riguardo la chiusura della mensa

Vi comunichiamo la risposta dell'azienda Pini-Cto, riguardo la motivazione della chiusura della mensa. Questo è il post della richiesta

Di  seguito la risposta dell'azienda in formato PDF: 

26 settembre 2020

Comunicazione urgente ai dipendenti (lettera all'amministrazione per chiusura mensa)


Come gruppo aziendale Uil Fpl Pini-Cto abbiamo chiesto per iscritto ai vertici dell’Azienda, informazioni in merito alle motivazioni che hanno fatto sospendere il servizio cucina degenti e del personale del Presidio Pini

Inoltre abbiamo chiesto rassicurazioni sulla sicurezza dei pazienti e del personale. 

Siano in attesa di risposte, che vi comunicheremo appena avremo un riscontro. 

Leggi e diffondi la lettera che abbiamo inviato: 



#UilFpl #NoiCiSiamo

18 settembre 2020

Covid. In Lombardia 76 decessi tra il personale sanitario su 12 mila contagiati, oltre 3mila nelle Rsa

Articolo del sito quotidianosanita.it;  

Tra il personale sanitario, i medici sono stati i più esposti al contagio, tra loro si registra anche il numero maggiore di decessi: 35 medici nelle strutture di ricovero e 18 medici di medicina generale, poi 6 infermieri, 1 ostetrica, 9 Oss, 1 tecnico sanitario, 2 altri operatori sanitari, a cui si aggiungono 4 operatori con profilo non sanitario. Il bilancio delle Rsa al 31 luglio risulta di 14.703 ospiti postitivi e 3.378 morti. I dati presentati da Gallera in risposta a una interrogazione in commissione salute del Consiglio regionale.

Oltre 12 mila contagiati e 76 deceduti: è questo il bilancio del Covid 19 tra il personale medico e sanitario lombardo dall'inizio della pandemia fino a oggi. Il numero complessivo emerge dalla risposta a un'interrogazione rivolta all'assessore al Welfare Giulio Gallera in commissione regionale Sanità.

Sulla base dei dati disponibili e aggiornati al 7 settembre 2020, sono risultati positivi al Covid 2755 medici, 4952 infermieri, 102 ostetriche, 1917 Oss, 550 tecnici sanitari, 837 altri operatori sanitari e 1074 operatori con profilo non sanitario, a cui si aggiungono 436 medici di base. Gallera ha quindi voluto segnalare come la percentuale dei contagiati sul totale del personale impiegato nelle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate sia “inferiore al 10%, siamo tra il 7 e l’8%".

07 agosto 2020

Il Ddl Antiviolenza è legge

Articolo del sito: quotidianosanita.it, 

Ok all’unanimità da parte dell’Aula di Palazzo Madama al provvedimento per la tutela della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitari. Tra le novità anche l’istituzione di un Osservatorio nazionale.Previsti protocolli operativi con le forze di polizia per garantire interventi tempestivi. In caso di lesioni o percosse vi sarà la procedibilità d’ufficio.

Via libera all’unanimità da parte dell’Aula del Senato al Ddl recante disposizioni per la tutela della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Il testo, già licenziato dal Senato il 25 settembre 2019 e lo scorso 21 maggio alla Camera, oggi con l’ultimo passaggio in Senato diventa legge a due anni dalla sua presentazione

In caso di aggressioni sono stabilite le pene di reclusione fino a 16 anni e sanzioni fino a 5.000 euro. Previsti protocolli operativi con le forze di polizia per garantire interventi tempestivi. Istituito anche l 'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie presso il Ministero della Salute e che dovrà essere costituito, per la sua metà, da rappresentanti donne.

01 agosto 2020

Come stanno gli infermieri dopo il Covid-19


La pandemia COVID–19 ha messo in discussione il benessere psico–fisico degli operatori sanitari in generale, e del personale infermieristico in particolare, in tutto il mondo. Lavorando con pazienti affetti da COVID–19 sono emersi sentimenti come paura, ansia, depressione, disturbi da stress post-traumatico e una generale riduzione del benessere generale. Da una revisione della letteratura è emerso che gli infermieri che lavorano in prima linea e hanno un contatto diretto con i pazienti COVID–19 hanno disagi psicologici maggiori.

Impatto psicologico della pandemia Covid-19 sugli infermieri

Gli effetti psicologici secondari alla pandemia sono legati ai più svariati motivi: dall’incertezza della durata della crisi, alla mancanza di terapie comprovate o all’assenza di un vaccino; alla carenza di DPI, fino alla paura di contagiarsi o contagiare un membro della propria famiglia.

Gli studi condotti a livello internazionale hanno evidenziato come l’impatto psicologico secondario al COVID–19 sia analogo a quello emerso nelle pandemie precedenti, come la SARS o l’influenza da H1N1.

Tutti gli studi mettono in luce come gli effetti principali sugli operatori siano ansia, depressione, attacchi di panico e come tutti questi elementi siano più intensi fra coloro che operano in un’U.O. a contatto con la malattia da COVID, o fra coloro che hanno famigliari o amici affetti da COVID.

19 luglio 2020

Sempre più infermieri pensano di abbandonare la professione


Articolo del sito: nurse24.it; 

Un numero crescente di personale infermieristico sta pensando di abbandonare la professione e molti citano la retribuzione come motivo. È quanto emerge da una survey condotta dal Royal College of Nursing, dalla quale spicca anche che le tensioni esistenti tra gli infermieri sembra siano state esacerbate dalla crisi di Covid-19. 

Lo stipendio tra i motivi della volontà di lasciare la professione 

Un sondaggio condotto su 41.798 membri del personale infermieristico del Regno Unito dal Royal College of Nursing (RCN) ha rilevato che il 73% afferma che un salario più elevato li farebbe sentire più apprezzati. Più di uno su tre (36%) sta pensando di lasciare il proprio posto di lavoro (un sondaggio simile condotto a fine 2019 registrava il 27%). 

Perché gli infermieri vorrebbero lasciare il lavoro 

Tra coloro che pensano di lasciare il lavoro, il 61% ha citato la retribuzione come motivazione chiave; altri fattori emersi sono il modo in cui gli infermieri sono stati trattati durante la pandemia di Covid-19, la situazione cronica di carenza di personale e la mancanza di supporto gestionale. 

Di tutti gli intervistati (il 93% erano infermieri) circa il 73% ha lavorato nel servizio sanitario nazionale (NHS); alla domanda su cosa farebbe sentire gli infermieri più apprezzati, il 73% degli intervistati ha indicato "una retribuzione più elevata". Questo ha riguardato tutto il personale in ogni settore della salute e dell'assistenza sociale. Inoltre, la metà degli intervistati ha affermato che anche un miglioramento delle dotazioni di organico contribuirebbe a farli sentire più apprezzati e, a seguire, condizioni di lavoro sicure e attrezzature e DPI adeguati. 

Nel complesso, il rapporto afferma che la maggioranza degli infermieri afferma l'importanza di una retribuzione commisurata al loro livello di responsabilità, soprattutto a fronte dell'emergenza Covid-19 durante la quale si sono trovati a lavorare a un livello più elevato di responsabilità (spesso senza i dispositivi di protezione individuale idonei) senza che questo venisse loro riconosciuto in termini economici. 

10 luglio 2020

La quiete dopo la tempesta. Forse!

Articolo del sito: nurse24.it; 

Il COVID-19 ci ha colpito all’improvviso, assestando un bel destro alla bocca dello stomaco del sistema sanitario. Abbiamo barcollato, siamo caduti in ginocchio, l’arbitro ha cominciato a contare, ma poi ci siamo rialzati. Abbiamo utilizzato le nostre risorse più intime, la nostra competenza professionale, le nostre capacità sociali, abbiamo dimostrato quello che in gergo calcistico chiamerebbero “attaccamento alla maglia”. Di fatto, però, abbiamo sopperito a delle mancanze e ci siamo fatti carico di fardelli lasciati per anni a giacere nello scantinato del sistema sanitario. Ora che la tempesta sembra essere passata e che l’attenzione mediatica piano piano si sta catalizzando verso altri problemi che probabilmente caratterizzeranno gli anni a venire, siamo più che mai esposti al rischio di fallire clamorosamente come categoria professionale e come sistema in generale.

Riorganizzare il sistema sanitario è un obbligo soprattutto morale

Sembra passata un’eternità eppure, calendario alla mano, sono trascorsi solamente quattro mesi dall’inizio della pandemia che ha colpito e stravolto il nostro Paese. Centoventi giorni in cui si è detto e fatto di tutto, enfatizzato e mitizzato il lavoro dei sanitari, ricostruito l’orgoglio nazional-popolare, preso coscienza di un sistema sanitario per troppo tempo lasciato alla deriva, sbandierato proclami politici di ripartenze più o meno improbabili dell’economia e sacrifici, sacrifici da parte dei cittadini ed enormi sacrifici da parte di chi ha combattuto in prima linea un nemico tanto infame quanto invisibile.

28 giugno 2020

Decreto Rilancio. Fnopi: “Anche le Regioni dicono sì all’infermiere di famiglia con ruolo di governo nei servizi infermieristici distrettuali”


Articolo del sito quotidianosanità.it, 

I nuovi infermieri di famiglia e comunità previsti nel decreto Rilancio dovranno avere un ruolo di governo nell’ambito dei servizi infermieristici distrettuali. E fino a fine anno le Regioni possono, “in relazione ai modelli organizzativi regionali, procedere, anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente, ad assumere con contratti di lavoro subordinato, con decorrenza successiva al 14 maggio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, o, in deroga all’articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ad acquisire prestazioni di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, con decorrenza successiva al 14 maggio 2020 e fino al 31 dicembre 2020” infermieri che, come dice già il decreto non si trovino in costanza di rapporto di lavoro subordinato con strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private accreditate, in numero non superiore a otto unità infermieristiche ogni 50.000 abitanti.

Poi dal 2021 le aziende e gli enti del Ssn possono procedere al reclutamento di infermieri in numero non superiore ad 8 unità ogni 50.000 abitanti, attraverso assunzioni. È questa la proposta di emendamento al Dl Rilancio messa a punto dalla Commissione salute delle Regioni che attende solo il via libera all’accordo sui finanziamenti per essere consegnata a Governo e Parlamento.
Per l’esigenza – come spiegano le stesse Regioni - di privilegiare le assunzioni con rapporto di lavoro subordinato rispetto ai contratti di lavoro autonomo, in linea con quanto previsto dal decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

23 giugno 2020

Stati generali: le proposte degli infermieri


Articolo del sito: Fnopi.it; 

Stati generali: nell’ultima giornata a Villa Pamphili a Roma il premier Conte ha anche incontrato le Federazioni delle professioni sanitarie che hanno esposto il percorso futuro della propria professione e dell’assistenza sanitaria.

La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, che con i suoi 450mila iscritti rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie in generale, punta al territorio.

E lo fa prima di tutto declinando la figura dell’infermiere di famiglia e comunità istituito ufficialmente dal Patto per la salute e inserito per legge dal decreto Rilancio all’esame del Parlamento

“E’ necessario garantire il potenziamento della presa in carico sul territorio e a domicilio dei soggetti affetti da SARS-COV-2 e, più in generale dalle persone che versano in condizione di fragilità – hanno spiegato a Conte la presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli e la vicepresidente Ausilia Pulimeno – In particolare, è necessario prevedere che l’infermiere di famiglia e comunità partecipi all’attuazione dei piani di assistenza territoriale da disegnare con una reale multi professionalità per identificare e gestire i contatti, l’organizzazione dell’attività di sorveglianza attiva e ricopra un ruolo di responsabilità nell’ambito dei processi infermieristici a livello distrettuale”.

09 giugno 2020

Investire negli infermieri per avere più salute e innovare il Ssn

Articolo del sito: Fnopi.it, 

L’assistenza sul territorio è il tassello fondamentale per la tutela della salute dei cittadini, come anche la pandemia ha dimostrato.

E l’assistenza sul territorio si fa concretizzando reti territoriali multiprofessionali di cui esistono già i presupposti normativi come l’ospedale di comunità a gestione infermieristica, normato a inizio 2020 da un’intesa Stato-Regioni.

Questo eviterebbe il ricorso indiscriminato e penalizzante dal punto di vista delle attese e della qualità dell’assistenza erogabile ai pronto soccorso e agli ospedali per acuti.

E si fa grazie all’infermiere di famiglia e comunità, previsto nel Patto per la salute 2019-2021 e ora anche dal decreto Rilancio.

“Secondo la ricerca CENSIS-FNOPI – spiega Francesco Maietta, responsabile politiche sociali CENSIS – l 92,7% degli italiani (con punte fino del 94,3% nel Nord-Est e del 95,2% tra i laureati) ritiene positivo potenziare il numero e il ruolo degli infermieri nel Ssn e il 91,4% degli italiani (il 95,1% delle persone con patologie croniche, il 92,6% dei cittadini nel Sud) ritiene l’infermiere di famiglia o di comunità una soluzione per potenziare le terapie domiciliari e riabilitative e la sanità di territorio, fornendo così l’assistenza necessaria alle persone non autosufficienti e con malattie croniche”.

28 maggio 2020

Cosa abbiamo imparato dalla pandemia per il futuro dell’assistenza


Non è certo ancora tempo di bilanci perché nulla si è concluso davvero, ma è necessario comunque uno sguardo indietro sulla situazione creata dalla pandemia COVID-19 negli ultimi tre mesi, per fare il punto su come questo periodo è stato vissuto – e si sta vivendo – dagli infermieri e su quelli che possono essere gli insegnamenti per tutti per un futuro migliore.
Lasciando per il momento da parte i problemi ormai noti della retribuzione, tra le più basse d’Europa e della carenza che ci pone agli ultimi posti sempre in Europa, che sicuramente andranno trattati e risolti definitivamente, come la stessa Federazione ha già messo nero su bianco al Governo e alle Regioni, la pandemia ha dimostrato anzitutto gli errori di programmazione pregressi, quando cioè si è puntato di più sull’organizzazione della rete ospedaliera, lascando da parte gli aspetti della prevenzione e la rete territoriale di assistenza.
I professionisti hanno dovuto affrontare l’eccezionalità dell’evento con gli schemi organizzativi esistenti – spesso rivoluzionati dall’evolversi dell’emergenza – e con gli strumenti a loro disposizione.

Non molti strumenti a dire la verità, perché dopo anni di tagli alla spesa sanitaria, si è rivelata dannosa la diminuzione costante di personale e il nostro sistema sanitario che poggia sui tre pilastri di ospedale, territorio e prevenzione, ha visto assistenza territoriale e prevenzione doversi scontrare con quella ospedaliera per riuscire a recuperare risorse, anche a livello regionale non per evolversi, ma almeno ‘per farcela’.

25 maggio 2020

Infermieri né eroi né martiri

Articolo del sito: nurse24.it;

Gli insegnamenti di queste settimane, le relazioni costruite, la rabbia e la disperazione, ma anche la felicità, l’orgoglio e la stima, dovranno trovare un respiro più ampio della falsità dell’eroe o del lamento per il martire o ancor più della rivendicazione immediata, reattiva e corporativa che grida più al premio che non al cambiamento. Quello che si è appreso in questi mesi - e che è costato (e continua a costare) un alto prezzo in vite umane - dovrà essere investito in un impegno che si prolunghi nel tempo per avere una società migliore, per evitare che i torti vengano cancellati.

L’impressione è che molto presto degli eroi rimarrà poco

L’ultimo report dell’Inail in merito al contagio da Sars-CoV-2 sul lavoro prende in considerazione il periodo che intercorre dalla fine di febbraio al 15 maggio, rivelando la cifra di 43.399 denunce, con un aumento di 6.047 casi, corrispondente al 16,2% circa rispetto ai 37.352 rilevati in data 4 maggio.

L’età media dei contagiati è di 47 anni e nel 71,7% si tratta di lavoratrici. In aumento anche gli esiti infausti (42) portando i decessi al totale di 171, che hanno, come valore mediano dell’età per entrambi i sessi, i 59 anni, di cui il 82,5% dei colpiti è di sesso maschile.

Le regioni del Nord-Ovest continuano ad avere più della metà delle denunce (55,2%) e dei casi mortali (57,9%), con alte percentuali legate alla sola Lombardia: 43,9% dei decessi e il 34,9% dei contagi.

Le professionalità maggiormente interessate continuano ad essere quelle dei tecnici della salute (in cui prevalgono gli infermieri), seguite da oss e da medici. In buona sostanza si conferma l’andamento delle rilevazioni delle scorse settimane dove alla narrazione del sanitario eroe si affianca quella del sanitario martire.

24 maggio 2020

Ddl contro la violenza sugli operatori sanitari: bene il via libera alla Camera. Tempi rapidi per la legge


Articolo del sito: Fnopi.it; 

“È una bella notizia che il disegno di legge contro la violenza sugli operatori sanitari abbia fatto un ulteriore passo avanti e sia stato approvato dalla Camera”, commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, il via libera a Montecitorio del Ddl, con alcune modifiche, che lo fanno tornare ora di nuovo al Senato.

Ogni anno circa 5mila infermieri subiscono violenze fisiche o verbali: circa 13-14 al giorno.
L’89,6% degli infermieri è stato vittima, secondo una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata di Roma, di violenza fisica/verbale/telefonica o di molestie sessuali da parte dell’utenza sui luoghi di lavoro.

In base ai dati rilevati si può dire che praticamente circa 240mila infermieri su 270mila dipendenti durante la loro vita lavorativa abbiano subito una qualche forma di violenza, sia pure solo una aggressione verbale.

Di tutte le aggressioni (secondo l’Inail) il 46% sono a infermieri e il 6% a medici (gli infermieri sono i primi a intercettare i malati al triage, a domicilio ecc. e quindi quelli più soggetti).

17 maggio 2020

Covid. Rapporto Onu: “Le donne stanno pagando il prezzo più alto”


Articolo del sito: quotidianosanità.it

La pandemia rischia di provocare un effetto devastante sulla condizione femminile nel mondo, non solo nei Paesi in via di sviluppo. Milioni di posti di lavoro persi, aumento esponenziale di ore non retribuite da dedicare alla cura della famiglia, dei bambini e degli anziani. “Un mix esplosivo, che rischia di cancellare, come mai prima, diritti e opportunità per la popolazione femminile”, dice il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres. 

Le donne, giovani e meno giovani, stanno pagando il prezzo più alto della pandemia in termini economici, sociali e di riconoscimento dei diritti. L’affermazione del Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, non lascia spazio a equivoci.

12 maggio 2020

Il ministro agli infermieri: “La vostra è una professione essenziale per il Ssn”


Articolo di Fnopi.it; 

Oggi, 12 maggio 2020, nella Giornata internazionale dell’infermiere che quest’anno celebra anche i 200 anni dalla nascita di Florence Nightingale, madre dell’infermieristica moderna ed è il giorno clou dell’anno dell’infermiere proclamato dall’OMS, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha inviato alla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche un messaggio di augurio, apprezzamento e, al tempo stesso, di impegno per il riconoscimento della professione.

”Nella prova durissima che l’Italia si è trovata ad affrontare – ha scritto il ministro nella lettera inviata alla presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli – l’impegno speso per vincere questa sfida ha assunto il volto degli infermieri che, insieme ai medici e agli altri professionisti e operatori sanitari, abbiamo visto in prima linea nei giorni più drammatici”.

“Il volto di una professione, e della storia che celebriamo oggi – prosegue il ministro – sinonimo di vocazione al servizio degli altri. Il vostro lavoro, da sempre essenziale al funzionamento del Servizio sanitario nazionale, mai come in questa stagione ha rivestito, e rivestirà sempre di più, un ruolo fondamentale nei servizi sul territorio, negli ospedali, ma anche a domicilio, nel contatto stretto con le famiglie”.

“Un lavoro che va sostenuto – conclude Speranza – con un impegno altrettanto concreto da parte dello Stato per una tutela forte del diritto costituzionale alla salute”.

05 maggio 2020

Indicazioni ISS per prevenzione e controllo nelle RSA

Articolo del sito: nurse24.it; 

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) l’età media dei pazienti deceduti e positivi al COVID-19 è di 81 anni, circa il 60% dei contagiati ha un’età superiore ai 60 anni e il 95% dei decessi avviene in persone con più di 60 anni e con patologie croniche preesistenti. Gli anziani e le persone affette da patologie croniche rappresentano quindi la popolazione più a rischio nell’attuale era COVID-19. Tutti gli assistiti all’interno delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sono quindi da considerarsi particolarmente a rischio.

Come prevenire l’infezione da SARS-CoV-2 nelle RSA

  • Prevenire l’ingresso in struttura di casi COVID-19 Preparazione della struttura ad eventuali casi positivi. Sospensione delle attività di gruppo previste precedentemente e della condivisione degli spazi comuni
  • Formazione specifica del personale per la conoscenza e la corretta adesione delle precauzioni standard e delle procedure di isolamento
  • Formazione dei residenti ed eventuali visitatori
  • Elaborazione di promemoria visivi (ad esempio poster) per sensibilizzare e promuovere i comportamenti corretti
  • Sorveglianza attiva delle infezioni a carattere respiratorio tra i residenti e gli operatori
  • Restrizione dell’attività lavorativa degli operatori sospetti o risultati positivi al test per SARS-CoV-2
  • Monitoraggio degli interventi attuati
Formazione specifica del personale

Tutto il personale sanitario e di assistenza, inclusi gli addetti alle pulizie, devono ricevere una formazione specifica riguardo la prevenzione e il controllo delle ICA (infezioni correlate all’assistenza) e su come prevenire la trasmissione dell’infezione da SARS-CoV-2.

La formazione dovrebbe essere effettuata tramite sessioni obbligatorie di non più di 2-3 ore che prevedano anche esercitazioni pratiche, come ad esempio la procedura di igiene delle mani e di vestizione e svestizione dei dispositivi di protezione individuale (DPI).

02 maggio 2020

Dal 4 maggio comincia un viaggio diverso #AtmMilano

Post del sito: medium.com;

Il distanziamento disposto dalle autorità riduce notevolmente la capienza dei mezzi e richiede un cambio di abitudini per i passeggeri del trasporto pubblico. Ecco tutto quello che c’è da sapere. 

Il mondo è cambiato e cambia anche il modo di muoversi . Il distanziamento sociale di 1 metro, stabilito dalle norme per la salute come misura indispensabile, e a cui gli operatori di mobilità come noi devono attenersi, impone limiti fortissimi al trasporto pubblico, un sistema per sua natura pensato per spostare grandi quantità di persone.

La capienza dei mezzi si riduce al 25% 

La misura del distanziamento riduce drasticamente il numero di passeggeri che potremo trasportare, il 25% rispetto a quelli che accogliamo in condizioni di normale capienza. 


Questo vuol dire che durante la Fase 2, la nostra rete non sarà più in grado di trasportare lo stesso numero di persone che trasportava prima dell’emergenza sanitaria. 

01 maggio 2020

Milano, infermiera si suicida impiccandosi. Lavorava in reparto Covid

Articolo del sito nurse24.it, 

Tragedia a Milano, dove un'infermiera si è tolta la vita impiccandosi. Dal reparto di penumologia dell’Ospedale San Carlo di Milano era stata spostata in uno dei reparti COVID-19, dove è rimasta in servizio sino all’ultimo giorno che ha vissuto in un reparto di quelli brutti, dove molti vanno a morire.

Mary è stata ritrovata morta dai due figli adolescenti, in casa. Nelle ultime settimane si occupava principalmente dei pazienti affetti da Coronavirus, in base ad una riorganizzazione del personale operata dalla direzione. È rimasta in servizio sino all’ultimo giorno che ha vissuto in un reparto di quelli brutti, dove molti vanno a morire, ha riferito un collega.Dopo i casi di Jesolo e di Monza si registra un nuovo suicidio tra il personale infermieristico impegnato nella lotta contro il Coronavirus: si tratta di Mary Monteleone, che lavorava presso l'ASST Santi Paolo e Carlo di Milano dove dal reparto di pneumologia era stata spostata in uno dei reparti COVID-19.

26 aprile 2020

A marzo raddoppiati gli infortuni sul lavoro in sanità denunciati all’Inail. E tre denunce su quattro riguardano il Coronavirus


Articolo del sito quotidianosanità.it, 

In controtendenza rispetto ad altri settori forzatamente fermi per il lockdown nella sanità c'è stato un forte incremento delle denunce di infortunio: +33% su base trimestrale e +102% su base mensile (marzo 2020 vs marzo 2019). I casi denunciati sono passati dai 1.788 del marzo 2019 ai 3.613 del marzo 2020. “Siamo certi, sottolinea Filippo Anelli, presidente Fnomceo, che il totalizzatore crescerà notevolmente con numeri anche a cinque cifre adesso che perverranno all’Istituto anche quelli eventi riferiti a febbraio ed aprile, utilizzando le deroghe che sono state previste a tal proposito” 

Segnali preoccupanti, quale chiara e diretta conseguenza della pandemia da nuovo Coronavirus, già si intravedono dal più che raddoppiato numero di infortuni in Sanità relativi al mese di marzo denunciati all’INAIL. 

Nel settore della sanità, infatti, in controtendenza rispetto all’andamento degli altri settori economici che a causa del blocco di numerose attività produttive presentano dati di denuncia in diminuzione il settore “Sanità e assistenza sociale” ha registrato un forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +33% su base trimestrale e +102% su base mensile (marzo 2020 vs marzo 2019). I casi denunciati sono raddoppiati, passando dai 1.788 del marzo 2019 ai 3.613 del marzo 2020 (tre denunce su quattro riguardano il contagio da Covid-19). 

“Siamo certi, sottolinea Filippo Anelli, presidente FNOMCeO, che il totalizzatore crescerà notevolmente con numeri anche a cinque cifre adesso che perverranno all’Istituto anche quelli eventi riferiti a febbraio ed aprile, utilizzando le deroghe che sono state previste a tal proposito. Per non parlare dei casi di stress post traumatico che saranno evidenziati presumibilmente da un operatore sanitario su due, secondo un indagine condotta dal Policlinico di Tor Vergata e pubblicata su QS”. 

24 aprile 2020

Supporto psicologico ai sanitari, parte l'iniziativa Inail #UilFplinforma


Inail, in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi (Cnop), ha attivato una iniziativa nazionale diretta a promuovere sul territorio servizi di supporto psicologico per gli operatori sanitari coinvolti nell'emergenza Covid-19.

Covid-19 e supporto psicologico ai sanitari: l'iniziativa Inail-Cnop

Con la pubblicazione sul sito dell'Inail delle indicazioni procedurali e degli strumenti utili per realizzare interventi individuali sul territorio, ha preso il via l'iniziativa promossa dall'Istituto, in collaborazione con il Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop), con l'obiettivo di contribuire alla gestione dello stress e alla prevenzione del burnout di tutti gli operatori sanitari impegnati nell'emergenza Coronavirus.

L'iniziativa prevede, in particolare, la creazione di task force di psicologi nelle strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale per l'attivazione di servizi di supporto al personale sottoposto allo stress cronico provocato dall'attuale emergenza epidemiologica, che può tradursi in un impoverimento delle energie e in un aumento della distanza mentale e dei sentimenti negativi nei confronti del lavoro e degli altri.

Lo scrive in una nota l'InailIstituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro. Medici, infermieri, operatori delle ambulanze, assistenti sociali e domiciliari - sottolinea il presidente dell'Inail, Franco Bettoni - sono sottoposti da settimane a un carico di lavoro estenuante, a cui si somma la pressione fortissima che deriva dal contatto quotidiano con la sofferenza e dalla paura di essere contagiati e di contagiare i propri familiari.

23 aprile 2020

Ecco come valorizzare chi ha combattuto il virus anche a mani nude. Le proposte di Cgil, Cisl e Uil

Lettera inviata al Quotidiano sanità da parte di Uil, Cisl, Cgil;

Orari di lavoro dilatati, turni senza soluzione di continuità, tutto determinato dall’esigenza di non sguarnire reparti che si affollavano, di minuto in minuto, di pazienti affetti da Covid19 da curare senza una terapia specifica, con difficoltà nei processi diagnostici, in carenza di ventilatori, senza protocolli omogenei che da subito definissero percorsi separati dai pronto soccorso alle degenze. Per questi lavoratori non ci sono oggi riconoscimenti adeguati ipotizzabili al contributo che stanno dando nell’Emergenza.

Gentile Direttore,

tre mesi di Covid19. Tre mesi di emergenza sanitaria. Dei tanti numeri che si rincorrono ogni giorno e che tracciano la mappa dei contagi, quello che si sottolinea raramente è che quei numeri che ci spaventano cosi tanto potevano essere molto più elevati se a contenere l’emergenza, spesso a “viso scoperto e mani nude”, non ci fosse stato il coraggio e la resistenza dei professionisti sanitari.

Senza Sanità Pubblica la pandemia poteva trasformarsi in una tragedia di proporzioni ben più rilevanti. Come spesso accade nelle prime ore, quando grazie proprio ad una professionista sanitaria si è compreso che nel nostro Paese era presente il virus Sars-Cov2, l’attenzione delle sigle sindacali FpCgil Cisl Fp e Uil Fpl si è concentrata sulla sicurezza.

La carenza dei dispositivi di protezione individuale (Dpi) è stata da subito il punto centrale della vertenza portata avanti in tutte le aziende e nei confronti del Governo.

20 aprile 2020

COVID-19: Manifesto deontologico degli infermieri per i cittadini

Articolo di Finopi.it, 

Non eroi, ma professionisti scientificamente, responsabilmente e deontologicamente preparati.

E i cittadini devono saperlo: quella dell’infermiere è una visione del bene collettivo che prevale su quella dell’interesse individuale.

Per questo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), a un anno dal varo del nuovo Codice deontologico degli infermieri,  ha messo a punto un “Manifesto deontologico” per la pandemia COVID-19, perché, si legge nel documento, “in un momento di difficoltà estrema, nel quale tutto sembra diventare impervio e nel quale più forte, e giustificata, è la tentazione di semplificare, crediamo che le qualità professionali e deontologiche degli infermieri possano e debbano essere portate in primo piano, praticate, comunicate ai cittadini”.

Gli infermieri non hanno dubbi e lo scrivono a chiare lettere: “Il racconto, oggi così enfatizzato, dell’eroismo dei professionisti della sanità, domani potrebbe diventare un ricordo, superato da nuovi argomenti, da conflitti, dalla superficialità della comunicazione.

“Bisogna allora investire per far diventare permanente la percezione sociale del ruolo dell’infermiere, fatta anche del contenuto etico della professione”, afferma la presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli.

14 aprile 2020

Vi presentiamo il nuovo componente Rsu della UilFpl - Alberto Barcella -


Cari colleghi/e, 
è con grande piacere ed entusiasmo, che entro ufficialmente a far parte dell' Rsu con la mia sigla sindacale la UilFpl, sperando di raggiungere dei risultati concreti in favore di tutti i colleghi del polo Pini, Cto, Gorla. 
Come prima cosa voglio ringraziare tutti per lo sforzo enorme che questo virus ci sta portando a compiere. Grazie per la dedizione e serietà.

Un saluto speciale lo voglio rivolgere anche al nostro amico e collega Primiano Nardella, sperando che rimarrà ancora molto nel gruppo Uil, per caricarci, spronarci e consigliarci, come ha sempre fatto durante la sua attività sindacale.

<<Cercherò di essere un portavoce attento di tutti i lavoratori, perchè credo fortemente che solo insieme, possiamo costruire un mondo lavorativo migliore>>.


Alberto Barcella

05 aprile 2020

Ecco cosa vuol dire non dimenticarsi degli infermieri


Articolo del sito: nurse24.it

<<Lo dico a nome del Governo, ma sono sicuro che tutti i membri del Parlamento possano ritrovarsi in quest’impegno, non ci dimenticheremo di voi e di queste giornate così rischiose e stressanti>>. È con queste parole che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, attraverso l’informativa in aula alla Camera del 25 marzo, si rivolge agli infermieri impegnati in prima linea nell’emergenza Covid.

Cosa vuol dire concretamente non dimenticarsi degli infermieri?

Significa innanzitutto prendere realmente coscienza della gravità del dato del numero dei contagi degli operatori sanitari: 7.763 al 28 marzo. Di questi quasi 4.000 sono infermieri.

Rendersi conto che se siamo arrivati a questo punto è perché c’è stata, e continua ad esserci, una falla enorme per quanto riguarda la messa a disposizione dei dispositivi di protezione individuali (DPI), senza considerare il fatto che all’aumentare del contagio di operatori e cittadini, si è continuato a dibattere sull’eventuale opportunità o meno di fare i tamponi a tutto il personale sanitario.

Tamponi e DPI

Non dimenticarsi degli infermieri vuol dire decidere ora di fare tamponi e garantire a tutti la piena disponibilità di DPI.

Non dimenticare, vuol dire tenere bene a mente il numero 23. A tanto ammonta sinora il numero degli infermieri deceduti a causa del Covid, di cui 2 suicidi. Riflettere sui perché di tutto questo è un imperativo categorico.

Cosa è successo, cos’è mancato? Cosa ne sarà delle loro famiglie? Lo Stato sarà al loro fianco? Se sì, come? E ancora. Perché il supporto psicologico per infermieri, medici e per gli altri operatori sanitari rappresenta ancora la cenerentola del SSN?

Eppure, ogni giorno sono faccia a faccia con la morte, e in mezzo a mille difficoltà sostengono anche i familiari dei tantissimi pazienti deceduti. E quando il numero dei pazienti è troppo elevato rispetto alla disponibilità di posti letto in terapia intensiva e alla quantità di ventilatori disponibili, come lo è attualmente soprattutto in alcune aree del paese, chi sostiene quotidianamente i professionisti nell’esercizio del loro lavoro e delle loro scelte sempre più difficili? Il rischio è il crollo psicologico, un rischio che non possiamo permetterci.

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